Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Una «pappa» iperproteica per il Guatemala
Onlus berica in Guatemala, un fagiolo ispira la pietanza
VICENZA Un alimento iperproteico contro la malnutrizione. Questo il «carico solidale» di Medici Vicentini per il Mondo che in queste settimane sta distribuendo in Guatemala la «Pappa Vicenza» a base di fagiolo nero.
VICENZA Fra i dodici milioni di uomini e donne che abitano il Guatemala, da qualche giorno ce ne sono migliaia che amano il nome Vicenza. La ragione va fatta risalire a un alimento creato per risolvere il problema gravissimo della malnutrizione, che da sempre affligge la popolazione guatemalteca, con particolare accanimento sui bambini.
Questo alimento si chiama «Pappa Vicenza», e ciò spiega perché in questo Stato centroamericano, incassato sotto il Messico su una superficie di 109 mila chilometri quadrati un terzo dell’Italia - il nome della città veneta sarà d’ora in poi sinonimo di gratitudine e speranza. A esportare i migliori sentimenti «made in Italy» provvede la onlus Medici Vicentini per il Mondo, organizzatrice della spedizione involatasi per Città del Guatemala il 16 novembre scorso, e attesa al rientro per l’11 dicembre. Ne fanno parte solo volontari, che sono i medici Renato Giaretta e Cristina Pellizzari, il dentista Luca Pastorello, la fisioterapista Paola Torretta, e i factotum David Maddalena, Sabrina Marangoni e Maria Pagnacco.
Per capire meglio la bontà e il fascino dell’operazione, occorre specificare il nome completo dell’alimento, creato sul posto da Renato Giaretta e Cristina Pellizzari: «Pappa Vicenza Patzun», dove il terzo nome è quello della località da cui è incominciato il viaggio dei medici vicentini, un paese dell’altopiano di Chimaltenango, sito a oltre duemila metri dal livello del mare. Qui a Patzun si trova una varietà di fagiolo nero, ovunque diffuso nel Paese, utilizzato come base altamente proteica e calorica di un alimento al cui sapore contribuiscono altri ingredienti reperibili in loco.
Virtù principali della Pappa Vicenza sono universalità ed elementare riproducibilità. Una formula felicemente sperimentata per la prima volta dai Medici Vicentini per il mondo una decina di anni fa in Madagascar, ricorrendo a un altro legume locale, la «vigna sotterranea», e poi replicata con successo in Sierra Leone, Mozambico e Costa d’Avorio, Paesi in cui si utilizzarono le arachidi. La filosofia nutrizionale è quella nota come «Ruft», acronimo delle parole inglesi «Ready use food therapy», terapia alimentare pronto uso.
Dopo varie spedizioni in Africa, tocca per la prima volta al Centro America, dove l’invito per il Guatemala è partito da un altro vicentino, Giancarlo Munaretto, occupatosi per anni dei problemi sociali causati dal diffondersi a macchia d’olio delle «maras», gang criminali composte in gran parte da minorenni, e dedite a varie attività legate soprattutto allo spaccio di stupefacenti e al riciclaggio di denaro. «Quando dovremo andarcene – spiega il dottor Giaretta – avremo lasciato le semplici istruzioni per continuare a preparare la pappa a costi minimi e con facilità. La malnutrizione infantile, causa di patologie che poi gli individui si portano dietro per il resto dei propri giorni, è infatti provocata dalle condizioni di estrema povertà in cui vive la popolazione. Basti pensare che nelle aldeas, come vengono chiamate le comunità rurali guatemalteche, un bracciante porta a casa 40 chezales al giorno, stipendio in moneta locale equivalente a meno di 6 dollari».
Sono condizioni di miseria moltiplicate dall’alta prolificità delle famiglie, dove i figli quasi mai sono meno di cinque. Ne consegue che ci si sfama di sole «tortillas», focacce di mais con un po’ di sale, ponendo le basi di una ricaduta della malnutrizione infantile su oltre il 70% dei bambini. «È terribile il contrasto fra la bellezza dei paesaggi, la ricchezza delle coltivazioni e le condizioni di indigenza in cui sono costretti milioni di guatemaltechi – continua il dottor Giaretta – ma questo è il risultato di una storia secolare durante la quale hanno sempre spadroneggiato pochi latifondisti, favoriti da governi instabili e corrotti». La logica di sfruttamento globale comprende anche i piani governativi di educazione nutrizionale, basati sull’uso intensivo di integratori prodotti da potenti multinazionali del settore alimentare. A costi molto più alti della Pappa che i medici vicentini, sostenuti dalle comunità del clero cattolico e da qualche isolato imprenditore, fanno conoscere assieme al sudore quotidiano del proprio impegno, grazie a cui, a metà spedizione, si è giunti a 600 visite mediche, e a 150 sedute dentistiche operate dal dottor Pastorello.
Per fortuna, ogni tanto, ci scappa un premio fuori programma. Qualcosa di puramente emotivo. Come quella mattina in cui medici e volontari vicentini hanno caricato sui loro pickup un esercito di bambini, assieme a cui cantare a squarciagola «La Cucaracha». Irripetibile «spot», ovviamente a costo zero, della Pappa Vicenza.