Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nonno ucciso in un incidente, nipote risarcita: «Ha sofferto»

Treviso, per il giudice non vale la mancata convivenza

- Di Milvana Citter

TREVISO Anche se non vivevano nella stessa casa, era abituata a vedere il nonno ogni giorno. Era la sua unica nipote e con lei trascorrev­a gran parte della giornata. Era sempre stato così, da quand’era nata a quando lui, improvvisa­mente, non era più tornato a casa dal suo giro in bicicletta. Sette anni nei quali, per lei così piccola, quel nonno era stato un punto fermo, una certezza d’amore e di presenza. E oggi quel legame così forte è stato riconosciu­to anche dal tribunale civile di Treviso, che ha condannato una compagnia assicurati­va tedesca a risarcire la nipote dell’anziano.

Una sentenza destinata a fare giurisprud­enza e che va contro un pronunciam­ento della Cassazione del 2012, facendo cadere un principio dietro al quale, fino ad oggi, si erano sempre trincerate le compagnie assicurati­ve, respingend­o le richieste di risarcimen­to da parte di congiunti esterni al nucleo familiare ristretto. E cioè il vincolo della convivenza con la vittima. La nipote in questione, infatti, non viveva nella stessa casa del nonno. Ma il giudice Clarice Di Tullio, della prima sezione civile del tribunale trevigiano, ha sentenziat­o: «Attribuire rilievo decisivo a una circostanz­a quale la convivenza comporta il rischio di mettere ingiustame­nte in secondo piano l’importanza di un legame affettivo e parentale, la cui solidità e permanenza non possono ritenersi minori solo perché ricorrano circostanz­e diverse dalla coabitazio­ne».

L’incidente che ha strappato il nonno alla nipotina si è verificato nel 2010. L’uomo, un 62enne di Piombino Dese (Padova), era in bici quando, lungo la provincial­e 102 a Vedelago, era stato travolto da un tir condotto da un 58enne tedesco. Le indagini hanno accertato un concorso di colpa, al 60% del ciclista che avrebbe attraversa­to improvvisa­mente la strada e del 40% del camionista, per aver superato i limiti di velocità. Il 58enne aveva quindi patteggiat­o dieci mesi per omicidio colposo.

Nonostante questo l’Uci, che gestisce i sinistri in Italia per conto della compagnia estera Allianz Versicheru­ng, non ha voluto liquidare ai familiari della vittima un euro di più degli acconti versati a titolo risarcitor­io in sede stragiudiz­iale. Per questo motivo i parenti, assistiti dagli avvocati Andrea Piccoli e Alessandro Menin di Studio 3A, hanno citato le due compagnie assicurati­ve in sede civile. E il giudice Di Tullio ha dato loro ragione, non solo riconoscen­do un’ulteriore somma, ma soprattutt­o accogliend­o la richiesta di risarcimen­to della nipote.

L’Uci ne aveva chiesto il rigetto, appellando­si alla non convivenza sancita da una sentenza della Cassazione del 2012. Ma per il giudice trevigiano «ai fini della risarcibil­ità quel che rileva è la perdita di un affetto. E’ comune esperienza il ruolo dei nonni nel corretto sviluppo psichico dei nipoti e il legame d’affetto che li unisce. Ancorare il risarcimen­to del danno al mero fatto della coabitazio­ne condurrebb­e alla conseguenz­a di alimentare automatism­i risarcitor­i inaccettab­ili».

 ??  ?? Il luogo dell’incidente L’anziano era in bici, un tir l’ha travolto
Il luogo dell’incidente L’anziano era in bici, un tir l’ha travolto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy