Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Quelle vecchie osterie dove si ordina il solito, tra chi ancora resiste e chi cambia gestione

Sandro e Ovidio mettono in vendita «La Gigia»

- Di Silvia Madiotto

TREVISO «Una mozza e un cedrino per favore» chiede l’avventore rivolto a Sandro e Ovidio, dietro al bancone, lasciandos­i scappare un sorriso che con malcelata nostalgia vuol dire già «mi mancherete». La Gigia, pezzo di storia trevigiana, sta per cambiare gestione. I due osti hanno messo in vendita la licenza nello scorso gennaio e sono pronti a chiudere la loro lunga e amata parentesi di 36 anni in vicolo Barberia: l’eredità non sarà raccolta in famiglia ma c’è da scommetter­e che quell’insegna e quel locale non rimarranno spenti per molto tempo.

Ieri mattina infatti, subito dopo che la notizia si è diffusa a Treviso, si sono palesati i primi due interessat­i: una chiacchier­a informale, per carità, ma l’occasione è di quelle ghiotte – e il termine non va usato a caso trattandos­i dei tramezzini, delle focacce, delle pizzette e soprattutt­o delle mozzarelle in carrozza più famose della provincia. Sandro Valiera, 68 anni, e Ovidio Gobbo, 70 (da entrambi portati benissimo) sono un’istituzion­e, qualcosa di simile a un patrimonio cittadino, i giri di parole sarebbero superflui: hanno rilevato il locale nel 1982 e da allora l’hanno trasformat­o e fatto crescere con la loro simpatia, cortesia e attenzione ai clienti, con la battuta sempre pronta oltre che un’encomiabil­e capacità di calcolo matematico a mente. Gli anni però sono passati, hanno deciso di vendere perché a questo punto potrebbero a buon diritto godersi la meritata pensione; anzi, se non fosse per l’età ci rimarrebbe­ro ancora, a sfamare la città che passa lì davanti ogni giorno. La Gigia, oasi di pace e fritto, è come tornare a casa: i turisti arrivano su indicazion­e di siti internet, la piccola osteria è fra le più quotate del centro, ma sono soprattutt­o i trevigiani a varcare la soglia di un luogo speciale. È questo che le osterie vere sono per Treviso: profumano di famiglia, ci si chiama per nome, si ordina il solito. Altre gestioni così tenaci e consolidat­e in centro città si contano sulle dita di una mano: Muscoli’s, in Pescheria, e l’Antico Pallone in vicolo Rialto; della cinquina fanno parte l’osteria Ai Naneti, affacciata su piazza Indipenden­za e Arman, in via Manzoni, ma dietro al bancone si sono già alternati giovani osti che raccontano una Treviso più moderna. Restano i veci, gli osti ormai tutt’uno con la loro vetrina.

La famiglia Tambarotto, per esempio, ha aperto Muscoli’s nel 1968 con papà Bruno e mamma Beppa, e a metà degli anni Ottanta sono subentrati i figli Mauro e Fabio. «La differenza la fa il proprietar­io che ci lavora, quasi ci abita – raccontano -. L’osteria storica è un valore aggiunto ma sono soprattutt­o le persone che devono capire questo elemento, riconoscer­e la profession­alità di chi è sul campo da cinquant’anni. Altrimenti, ogni posto vale l’altro». A Treviso ogni stagione ha il suo locale nuovo da inaugurare, c’è chi si concentra sul vino, chi sul cibo, chi sull’arredo. Il fatto è che per capire nel profondo cosa vuol dire osteria bisogna guardarne il lato sociale, che emerge poco ma è presentiss­imo. «Quando apriamo alle cinque, tutti i pomeriggi, c’è una decina di amici che aspetta fuori, si trovano per giocare a carte – dice Fabio -. Volendo, potremmo aprire più tardi ma è anche questo il bello, condivider­e con i clienti una partita e una risata». È il lavoro dell’oste, bisogna esserci portati, non ci si improvvisa. Lo spiega bene Orlando Milani, dall’88 titolare dell’Antico Pallone: «Siamo qui tutti i giorni, festivi compresi, e siamo gli unici che danno un servizio sociale senza chiedere nulla in cambio. A volte le signore entrano e dicono lascio qui il nonno al caldo e vado a fare la spesa, torno subito. E il nonno rimane qui, con noi». Un ruolo importante e che richiede molti sacrifici. Milani capisce Sandro e Ovidio, che hanno deciso di lasciare: «Certi giorni ti passa la voglia, la burocrazia che spinge, regole sempre nuove, ma teniamo duro». E ricorda: «Per fare l’osteria non basta il posto, ci vuole l’oste».

 ??  ?? Le osterie storiche del centro Dall’alto in senso orario: La Gigia in vicolo Barberia; l’osteria Ai Naneti in piazza Indipenden­za; la trattoria Arman in via Manzoni; l’Antico Pallone in vicolo Rialto e Muscoli’s in Pescheria. Nell’ultimo quarto di secolo queste osterie sono diventate un vero e proprio punto di riferiment­o a Treviso
Le osterie storiche del centro Dall’alto in senso orario: La Gigia in vicolo Barberia; l’osteria Ai Naneti in piazza Indipenden­za; la trattoria Arman in via Manzoni; l’Antico Pallone in vicolo Rialto e Muscoli’s in Pescheria. Nell’ultimo quarto di secolo queste osterie sono diventate un vero e proprio punto di riferiment­o a Treviso
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