Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Da Corinaldo ad Auronzo «Vi racconto perché feci chiudere quel locale»
AURONZO (BELLUNO) «Quella è una discoteca di paese, lontana dalla movida del mare. Un locale tranquillo dove non c’è mai stato grande affollamento. Bisogna capire perché sia arrivata così tanta gente come si vede dalle immagini, ma soprattutto perché non siano stati limitati gli accessi da parte del personale interno».
Roberto Rossetti, comandante della polizia locale di Auronzo, natali marchigiani e moglie bellunese. Lei è stato per cinque anni comandante della polizia locale di Corinaldo a partire dal 2011. Lo conosceva come un locale pericoloso?
«Fino al 2016, quando sono stato in servizio, non c’erano mai stati problemi di ordine pubblico. E’ stata un’amara sorpresa, un fatto assurdo. Anche se in realtà quel locale lo avevo fatto chiudere».
Perché l’aveva chiuso?
«Avevo eseguito l’ordinanza di sospensione della licenza emessa dal Comune. Il locale era vecchio e, come segnalato dai vigili del fuoco, andava adeguato alle norme di sicurezza, a partire dall’impianto elettrico. Ma, rimasto chiuso per una stagione ed eseguiti i lavori, aveva ottenuto nuovamente la licenza di agibilità».
Che idea si è fatto della tragedia di venerdì sera?
«A giudicare dalle immagini che ho visto la gente era tanta, oltre il consentito. Il concerto del rapper era nella sala più grande, quella al piano terra con una capienza di 460 persone, mentre è di 870 quella complessiva, delle tre sale. Ho letto che avrebbero potuto esserci 1500-1600 persone, quindi quasi il doppio».
Mai state serate così?
«Problemi di sovraffollamento mai: di solito la discoteca era ampiamente al di sotto delle sue capacità, frequentata da pochi perché decentrata, in piena campagna, a 18 chilometri da Senigallia. Una balera degli anni ’60 divenuta punto di riferimento per i giovani della zona, che così non erano costretti a lunghe trasferte, aperta solo alcuni mesi all’anno a partire dall’autunno, e solo per una, due serate al mese, con eventi organizzati. Un’attività saltuaria, sempre controllata, che non dava problemi».
Ha visto le immagini del crollo del parapetto?
«Sì, Le ho guardate con attenzione. Lì si sono concentrate quasi tutte le persone, forse perché lo spray urticante arrivava dalla parte opposta: spiegherebbe perché non si sono disperse nelle altre uscite».