Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Conti in rosso, il Sant’Artemio è in vendita
I presidenti di Provincia al governo: «Adesso rivediamo la legge Delrio»
TREVISO Le Province chiedono aiuto ai parlamentari per ripristinare finanziamenti ed eleggibilità dell’ente, ma la risposta al Sant’Artemio è piuttosto tiepida: hanno risposto in cinque (su cinquanta) all’appello dell’Upi Veneto, presieduta dal trevigiano Stefano Marcon.
Il Veneto ha bisogno di 143 milioni di euro per 249 opere fra ponti, strade, viadotti e cavalcavia, e nel dettaglio 11 opere e 60 milioni per la Marca. Era stato il ministro Toninelli a domandare l’elenco agli uffici territoriali, ma quei soldi non solo non arrivano, non sono nemmeno previsti. Così Marcon dice quello che non ti aspetti e mette sul piatto la faraonica sede trevigiana. O per lo meno: «Sarei disposto a vendere il Sant’Artemio se qualcuno si facesse avanti».
La cifra è più o meno quella, l’ex ospedale psichiatrico restaurato è costato decine di milioni di euro, molto vicino alle otto decine. Marcon tiene i piedi per terra: «Ma dove lo troviamo uno che si fa avanti?». Vero anche questo, ma la maxi operazione urbanistica voluta da Zaia e concretizzata da Muraro oggi, con le difficoltà quotidiane e lo svuotamento istituzionale, stride sempre più. Così non resta che spingere con i parlamentari perché portino a Roma le istanze delle Province, emendamenti nella legge di bilancio per 30 milioni di euro a livello nazionale per le spese correnti e 300 per le infrastrutture più urgenti e pericolanti. In Veneto le Province sono responsabili (sicurezza e manutenzione) per 7.219 chilometri di strade e 552 scuole con 197 mila studenti negli istituti superiori; il saldo negativo fra 2014 e 2018 è di 106 milioni in meno. «Siamo in asfissia – dice Marcon -, se non saranno apportati gli emendamenti non riusciremo a garantire i servizi». Ma in sala c’erano solo Vallardi, Bisa, Fregolent (Lega), De Menech (Pd) e Baratto (Forza Italia). «È stata convocata una commissione che ha riportato tutti a Roma, ma l’importante è che portino la nostra voce» continua Marcon; i parlamentari hanno risposto che ci proveranno e si interesseranno della questione.
Alla riunione era presente anche Achille Variati, ex presidente della Provincia di Vicenza e presidente nazionale. «Senza i 30 milioni di emendamento gli enti non faranno il bilancio – chiude Variati – ma lo sviluppo del Veneto è legato agli investimenti sulla messa in sicurezza, che danno lavoro. Abbiamo bisogno di nuove assunzioni, soprattutto per gli uffici tecnici. Chiediamo una revisione della legge Delrio».