Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Treviso apre l’università agli erasmus
Il Comune capofila del progetto che porterà al polo degli atenei 200 studenti stranieri
TREVISO L’obiettivo è fare di Treviso una meta universitaria sempre più appetibile e internazionale. Il Comune ha lanciato un progetto per studenti Erasmus che porterà al polo degli atenei 200 studenti stranieri all’anno con grandi benefici anche per l’indotto garantito dalle nuove presenze. L’assessore Alessandro Manera ha già individuato la società che accompagnerà il Comune e gli atenei. «Valorizzeremo ulteriormente Treviso», dice Manera.
TREVISO Per trasformare sempre più Treviso in una meta universitaria, il Comune ha lanciato un progetto per studenti Erasmus: «Il target è di duecento ragazzi stranieri che potrebbero seguire nella nostra città i corsi di Padova e Venezia – spiega l’assessore Alessandro Manera -. Abbiamo già individuato il soggetto che ci accompagnerà in questo percorso e nello sviluppo del progetto, attingendo a fondi europei. Abbiamo la possibilità di diventare un centro internazionale per gli studi. Cogliendo l’opportunità del bando Erasmus Plus si vuole rafforzare e valorizzare il ruolo della città di Treviso come polo di istruzione e far conoscere l’identità, la bellezza e le specificità del nostro territorio, promuovendolo attraverso l’istituto della mobilità». E gli studenti saranno sia in arrivo che in partenza: l’azione infatti è rivolta anche giovani che frequentano le sedi lungo il Sile perché possano fare esperienze all’estero e acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro.
L’accordo con Ca’ Foscari e il Bo c’è già, le università hanno aderito alla proposta di Ca’ Sugana e sono pronte a cominciare: «Valuteremo insieme, durante i prossimi incontri già fissati in agenda, quali saranno i corsi migliori da proporre agli studenti che verranno a Treviso, l’offerta è interessante e può essere appetibile – continua Manera -. Per la prima volta il Comune è capofila di un’attività simile, questa amministrazione è fortemente convinta che possa essere un valore aggiunto. Treviso è una città a misura d’uomo, ha un aeroporto collegato alle principali città europee, un costo della vita accessibile anche ai giovani. Sarebbe bello poterli ospitare nelle nostre periferie, dalle quali si può raggiungere il centro in pochi minuti. Il progetto è ambizioso».
Duecento studenti in arrivo hanno un significato non solo per lo scambio culturale che può innestarsi grazie ai progetti Erasmus, ma anche per l’indotto che possono generare per la vita cittadina, in termini di locazioni e servizi: decine di appartamenti oggi sfitti potrebbero rivivere grazie all’università, magari con convenzioni fra i soggetti attuatori e i proprietari degli alloggi. Ca’ Sugana aveva pubblicato una manifestazione di interesse per trovare uno o più partner con cui sviluppare il progetto: ad accompagnare il Comune e le Università di Padova e Venezia, rappresentate dai loro poli trevigiani, sarà la Cooperativa Sociale Onlus «Centro Servizi Associati» di San Vendemmiano che ha già diverse esperienze nel settore. Il progetto dovrà essere presentato entro il 5 febbraio 2019 con l’intervento fattivo di tutti gli attori istituzionali.
Il destino della formazione universitaria trevigiana è il «campus» del quale hanno parlato sia il sindaco Mario Conte sia il rettore veneziano Michele Bugliesi: accorpare le facoltà sulle due sponde del fiume al complesso di San Paolo, riqualificando gli immobili ancora in disuso, realizzando anche una foresteria e ampliando gli spazi per aule e servizi; il partner indicato sarebbe Lend Lease, che già un anno fa aveva manifestato interesse per il progetto. E Fondazione Cassamarca potrebbe mettere in vendita gli immobili del Quartiere Latino.