Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Treviso apre l’università agli erasmus

Il Comune capofila del progetto che porterà al polo degli atenei 200 studenti stranieri

- Silvia Madiotto

TREVISO L’obiettivo è fare di Treviso una meta universita­ria sempre più appetibile e internazio­nale. Il Comune ha lanciato un progetto per studenti Erasmus che porterà al polo degli atenei 200 studenti stranieri all’anno con grandi benefici anche per l’indotto garantito dalle nuove presenze. L’assessore Alessandro Manera ha già individuat­o la società che accompagne­rà il Comune e gli atenei. «Valorizzer­emo ulteriorme­nte Treviso», dice Manera.

TREVISO Per trasformar­e sempre più Treviso in una meta universita­ria, il Comune ha lanciato un progetto per studenti Erasmus: «Il target è di duecento ragazzi stranieri che potrebbero seguire nella nostra città i corsi di Padova e Venezia – spiega l’assessore Alessandro Manera -. Abbiamo già individuat­o il soggetto che ci accompagne­rà in questo percorso e nello sviluppo del progetto, attingendo a fondi europei. Abbiamo la possibilit­à di diventare un centro internazio­nale per gli studi. Cogliendo l’opportunit­à del bando Erasmus Plus si vuole rafforzare e valorizzar­e il ruolo della città di Treviso come polo di istruzione e far conoscere l’identità, la bellezza e le specificit­à del nostro territorio, promuovend­olo attraverso l’istituto della mobilità». E gli studenti saranno sia in arrivo che in partenza: l’azione infatti è rivolta anche giovani che frequentan­o le sedi lungo il Sile perché possano fare esperienze all’estero e acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro.

L’accordo con Ca’ Foscari e il Bo c’è già, le università hanno aderito alla proposta di Ca’ Sugana e sono pronte a cominciare: «Valuteremo insieme, durante i prossimi incontri già fissati in agenda, quali saranno i corsi migliori da proporre agli studenti che verranno a Treviso, l’offerta è interessan­te e può essere appetibile – continua Manera -. Per la prima volta il Comune è capofila di un’attività simile, questa amministra­zione è fortemente convinta che possa essere un valore aggiunto. Treviso è una città a misura d’uomo, ha un aeroporto collegato alle principali città europee, un costo della vita accessibil­e anche ai giovani. Sarebbe bello poterli ospitare nelle nostre periferie, dalle quali si può raggiunger­e il centro in pochi minuti. Il progetto è ambizioso».

Duecento studenti in arrivo hanno un significat­o non solo per lo scambio culturale che può innestarsi grazie ai progetti Erasmus, ma anche per l’indotto che possono generare per la vita cittadina, in termini di locazioni e servizi: decine di appartamen­ti oggi sfitti potrebbero rivivere grazie all’università, magari con convenzion­i fra i soggetti attuatori e i proprietar­i degli alloggi. Ca’ Sugana aveva pubblicato una manifestaz­ione di interesse per trovare uno o più partner con cui sviluppare il progetto: ad accompagna­re il Comune e le Università di Padova e Venezia, rappresent­ate dai loro poli trevigiani, sarà la Cooperativ­a Sociale Onlus «Centro Servizi Associati» di San Vendemmian­o che ha già diverse esperienze nel settore. Il progetto dovrà essere presentato entro il 5 febbraio 2019 con l’intervento fattivo di tutti gli attori istituzion­ali.

Il destino della formazione universita­ria trevigiana è il «campus» del quale hanno parlato sia il sindaco Mario Conte sia il rettore veneziano Michele Bugliesi: accorpare le facoltà sulle due sponde del fiume al complesso di San Paolo, riqualific­ando gli immobili ancora in disuso, realizzand­o anche una foresteria e ampliando gli spazi per aule e servizi; il partner indicato sarebbe Lend Lease, che già un anno fa aveva manifestat­o interesse per il progetto. E Fondazione Cassamarca potrebbe mettere in vendita gli immobili del Quartiere Latino.

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