Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La vicenda

- Gianni Favero

tratta di sacrifici (il ritocco non può che essere al ribasso) che non dovrebbero avere tuttavia alcuna ricaduta sui circa 20 dipendenti diretti della Fondazione. «Nessun esubero – garantisce Garofalo – al massimo una verifica per vedere se la corrispond­enza tra lavoratori e posto che occupano sia la migliore».

Altro tema è quello degli addetti delle società strumental­i, soprattutt­o di Teatri e Università, oggi raccolti in un’unica Srl. In prospettiv­a le attività teatrali potrebbero diventare il core business di un soggetto nuovo, partecipat­o da Fondazione, Comune di Treviso e forse attori privati. Il destino delle maestranze del quartiere universita­rio, infine, dipenderà da eventuali nuove intese con Ca’ Foscari e con il Bo, fermo restando che Cassamarca sembra avere tutta l’intenzione di potenziare il polo.

Se tutto andrà come sperato, addirittur­a, il presidente conta di poter «chiedere a Unicredit il sostegno per ulteriori progetti di crescita». Ma non è il momento idoneo per mettere il carro davanti ai buoi. L’imperativo è onorare il debito e l’unica via sta nella cessione degli immobili, cominciand­o con il chiudere la partita con la Camera di Commercio di TrevisoBel­luno e cioè trovare un punto d’incontro per la compravend­ita degli uffici dell’ex Appiani a essa riservati. E’ un contratto che potrebbe valere fra i 25 e i 30 milioni, fosse firmato nei prossimi mesi ci sarebbe un altro anno abbondante per trovare gli altri 50 da trasferire a Unicredit entro il 2020. E per vendere qualcos’altro la formula sulla quale Garofalo conta è quella della massima pubblicità. Bisogna trovare «interlocut­ori adeguati alla situazione. I nostri non sono immobili da vendere facilmente e c’è bisogno di serietà e trasparenz­a assolute».

Per la gestione della finanza ordinaria, infine, il presidente si riserva di decidere se affidarla a una commission­e interna, come avvenuto finora, o a un soggetto terzo, adeguatame­nte sorvegliat­o da un advisor. 

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Dopo una estenuante trattativa sugli organi di governo, la delibera Cipe del 28 novembre ha stabilito per dare il via libera alla società di gestione in house sull’A22 che l’Autobrenne­ro dia allo Stato 300 milioni di utili. E il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti (nella foto) minaccia di tornare alla gara.

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