Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lupi da abbattere? «Le norme attuali si devono rivedere»
Dorfmann: non sono più in via d’estinzione
MEL Il lupo prolifera, servono nuove regole per gestire la convivenza. Questo il pensiero dell’europarlamentare Herbert Dorfmann, ospite venerdì sera al Palazzo delle Contesse di Mel di una serata organizzata dal Comune della Sinistra Piave e dall’Unione montana Valbelluna sulle misure adottate dal Parlamento europeo per la gestione dei grandi predatori. Tutto esaurito in sala e grande interesse per un tema che preoccupa agricoltori e allevatori, che hanno chiesto, attraverso i presidenti dell associazioni di categoria, interventi rapidi, perché in alcune zone della provincia la situazione è «ormai insostenibile». Dopo gli interventi del sindaco di Mel, Stefano Cesa, del consigliere provinciale, Ivan Minella, e del deputato Luca De Carlo, segretario della Commissione Agricoltura alla Camera, Dorfmann ha illustrato la situazione legislativa europea: «Le normative tutelano la specie, non il singolo animale. Ma Il lupo non è più una specie in via di estinzione, serve quindi una revisione della “Direttiva Flora Fauna Habitat”, nata nel 1992, basata sui dati odierni; abbiamo bisogno di una normativa flessibile». Oltre all’intervento a livello europeo, manca la norma nazionale alla quale spetta stabilire l’eventuale quota di abbattimenti: «In Italia - ha spiegato Dorfmanncontiamo circa 2000 lupi. Il precedente governo aveva preparato un “Piano Lupo”, che prevedeva un abbattimento del 5%: in Conferenza Stato-Regioni, ha ottenuto il sostegno solo delle Province autonome di Trento e Bolzano e delle regioni Toscana e Veneto. C’è uno scontro tra chi vive in montagna e nelle zone rurali e le popolazioni metropolitane, dal maggior peso elettorale, che vede la vita in montagna come una Disneyland alpina». In Francia, ad esempio, il Piano lupo prevede una quota di abbattimenti del 10%, comunque insufficiente a mantenere stabile la popolazione, che cresce al ritmo del 25% annuo. «A Roma c’è un cortocircuito tra le forze di governo, tra favorevoli all’abbattimento e un ecologismo non consapevole - ha detto il deputato De Carlo –. La speranza è che ci si renda conto che la priorità è far vivere la montagna e gli agricoltori». «Quando ha iniziato a emergere la questione lupo, qualche anno fa, abbiamo iniziato tutti a parlare e discutere, senza avere una visione globale della situazione, che invece abbiamo avuto grazie all’intervento di Dorfmann ha sottolineato il sindaco Cesa –. Quello che mi preoccupa è la sopravvivenza delle nostre imprese agricole, perché a una redditività già molto bassa si aggiunge l’aumento della fauna selvatica, prima i cervi e i cinghiali, ora anche i lupi».