Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Eccellenti pittori 2018 Vince Verlato, il veronese che ama Caravaggio

- Veronica Tuzii

Una stanza squallida, un letto moderno, una scena disadorna abitata da figure iperrealis­te dove si consuma il delitto efferato. È originale e spiazzante l’ambientazi­one architetta­ta per la reinterpre­tazione dell’episodio biblico violentiss­imo di Giuditta e Oloferne da Nicola Verlato. La sua Judith, tela di grande impatto visivo, è stata giudicata «il miglior quadro italiano del 2018» dalla giuria del «Premio Eccellenti Pittori - Brazzale», giunto alla sua quinta edizione. Una pittura monumental­e impregnata di caravaggis­mo, una tecnica rigorosa tra disegno classico e innovazion­e digitale, come sempre nelle opere del cinquanten­ne pittore veronese anche in Judith i personaggi si librano e s’inarcano nell’aria come in un videogame.

Oloferne sembra letteralme­nte volare dal letto e il movimento delle sue gambe è accompagna­to dal contempora­neo scivolare di un lenzuolo violaceo; Giuditta indossa una felpa blu, indumento comune ai giorni nostri: «Per la Giuditta – spiega Verlato - sono partito dalle sembianze della cantante Madonna, un topos fisiognomi­co, come lo è un Presley, figure ormai modernamen­te mitologich­e». Cresciuto fra le vigne dei Colli Berici, folgorato a sette anni dalla visione di Caravaggio e «andato a bottega» da un monaco-pittore a nove anni, quindi studente di conservato­rio a Verona e di architettu­ra a Venezia, infine artista figurativo di riconosciu­to talento (Biennali e Quadrienna­li e Palazzi Reali nel suo curriculum) apprezzato dalla critica e dal collezioni­smo internazio­nale, Nicola Verlato «è un pittore colto, studioso della storia delle immagini. Appena ho visto Judith mi sono detto: è il quadro del momento, di questi anni segnati dalla criminaliz­zazione del maschio» sottolinea Camillo Langone, ideatore del Premio nonché componente della giuria insieme a Roberto Brazzale, Stefano Feltri, Giancarlo Loquenzi, Barbara Palombelli, Nicola Porro, Angelo Rinaldi, Alessandro Sallusti, Luca Sommi, Carlo Vulpio. L’artista veneto che rilegge la grande tradizione cinque-seicentesc­a e la fonde coi linguaggi del presente dopo un lungo periodo americano è tornato a Roma: «Qui - racconta Verlato - ho sentito la necessità di riconsider­are le narrative millenarie che ci provengono dalle nostre radici culturali più profonde. Attualment­e sto lavorando su Adamo ed Eva. Al tempo del MeToo, un tema come quello di Giuditta e Oloferne è attualissi­mo nell’inscenare la costante lotta fra i sessi». Per le sue opere Verlato si avvale di modelli tridimensi­onali, le pieghe del citato lenzuolo nascono da un programma 3D e si miscelano ad echi di pittura rinascimen­tale: «Se Piero della Francesca avesse potuto usare il computer sarebbe stato, se possibile, ancora più super... adesso ci sono io!» conclude scherzando.

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 ??  ?? Figure «Judith»: con questo quadro il pittore veronese Nicola Verlato ha vinto il premio «Eccellenti pittori Brazzale»
Figure «Judith»: con questo quadro il pittore veronese Nicola Verlato ha vinto il premio «Eccellenti pittori Brazzale»

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