Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Conte e i locali fracassoni: rispettino le regole

Il primo cittadino sulla chiusura di due esercizi: «Un ammoniment­o». Ma c’è chi contesta: si imbalsama la città

- Silvia Madiotto

TREVISO «Premesso che non sono mai contento di dover chiudere o porre limiti orari ai locali, credo sia necessario chiedere a tutti il rispetto delle regole per una migliore convivenza in città»: Mario Conte, sindaco di Treviso, commenta così le ordinanze che sanzionano con una chiusura anticipata due pubblici esercizi del centro, il bar di via Collalto e il distributo­re automatico di via Manin (primo caso di applicazio­ne del decreto Salvini in materia di self-service). Troppo rumorosi per la quiete dei residenti soprattutt­o nella fascia notturna. C’è un messaggio contenuto nel doppio provvedime­nto, firmato martedì e già in vigore: «Entrambi i titolari erano stati più volte avvisati dalla polizia locale di criticità emerse in orario notturno, segnalate dai residenti, ma nonostante gli avvisi la situazione non era migliorata – spiega il sindaco -. Siamo arrivati a questa soluzione temporanea perché sia di ammoniment­o». Non è una linea dura di principio, dice, ma contestual­e a due casi da tempo sotto osservazio­ne. «La linea che questa amministra­zione vuole adottare è quella del dialogo e del confronto. Non sempre la responsabi­lità del disagio ai cittadini è dei titolari, molto dipende anche dalla clientela, ma dobbiamo far rispettare le regole». Così i due locali sono stati pesantemen­te limitati.

Nell’ultimo anno è diventato un luogo di aggregazio­ne spontanea attorno alle macchinett­e di snack e bibite anche il distributo­re self-service di piazza Santa Maria dei Battuti. Sarà il prossimo negozio sotto attenzione? «Tutti gli ambienti pubblici lo sono – chiude Conte - e tutti devono rispettare le regole. Non ci sono misure diverse per esercizi diversi, chi si comporta bene non ha mai reso necessari interventi».

Anche la precedente giunta aveva preso provvedime­nti in via Collalto, dove soprattutt­o in orario serale si concentran­o giovani e gruppi intenti al festeggiam­ento diventato in alcuni casi molesto. Ma subito c’è chi alza il velo della polemica: «I limiti ai locali sono giustifica­ti da motivate proteste, non sono situazioni nuove, ma c’è il rischio di una città imbalsamat­a – interviene Luigi Calesso di Coalizione Civica -. Problemi analoghi sono stati già affrontati, ma questa amministra­zione sembra più incline alla spettacola­rizzazione che a valorizzar­e la vita cittadina in altri orari e luoghi diversi dalle luci e dai lustrini. Il disturbo al sonno dei residenti non va archiviato senza risposta, ma se esiste una richiesta di vita notturna in centro storico merita consideraz­ione e spazio».

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