Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Conte e i locali fracassoni: rispettino le regole
Il primo cittadino sulla chiusura di due esercizi: «Un ammonimento». Ma c’è chi contesta: si imbalsama la città
TREVISO «Premesso che non sono mai contento di dover chiudere o porre limiti orari ai locali, credo sia necessario chiedere a tutti il rispetto delle regole per una migliore convivenza in città»: Mario Conte, sindaco di Treviso, commenta così le ordinanze che sanzionano con una chiusura anticipata due pubblici esercizi del centro, il bar di via Collalto e il distributore automatico di via Manin (primo caso di applicazione del decreto Salvini in materia di self-service). Troppo rumorosi per la quiete dei residenti soprattutto nella fascia notturna. C’è un messaggio contenuto nel doppio provvedimento, firmato martedì e già in vigore: «Entrambi i titolari erano stati più volte avvisati dalla polizia locale di criticità emerse in orario notturno, segnalate dai residenti, ma nonostante gli avvisi la situazione non era migliorata – spiega il sindaco -. Siamo arrivati a questa soluzione temporanea perché sia di ammonimento». Non è una linea dura di principio, dice, ma contestuale a due casi da tempo sotto osservazione. «La linea che questa amministrazione vuole adottare è quella del dialogo e del confronto. Non sempre la responsabilità del disagio ai cittadini è dei titolari, molto dipende anche dalla clientela, ma dobbiamo far rispettare le regole». Così i due locali sono stati pesantemente limitati.
Nell’ultimo anno è diventato un luogo di aggregazione spontanea attorno alle macchinette di snack e bibite anche il distributore self-service di piazza Santa Maria dei Battuti. Sarà il prossimo negozio sotto attenzione? «Tutti gli ambienti pubblici lo sono – chiude Conte - e tutti devono rispettare le regole. Non ci sono misure diverse per esercizi diversi, chi si comporta bene non ha mai reso necessari interventi».
Anche la precedente giunta aveva preso provvedimenti in via Collalto, dove soprattutto in orario serale si concentrano giovani e gruppi intenti al festeggiamento diventato in alcuni casi molesto. Ma subito c’è chi alza il velo della polemica: «I limiti ai locali sono giustificati da motivate proteste, non sono situazioni nuove, ma c’è il rischio di una città imbalsamata – interviene Luigi Calesso di Coalizione Civica -. Problemi analoghi sono stati già affrontati, ma questa amministrazione sembra più incline alla spettacolarizzazione che a valorizzare la vita cittadina in altri orari e luoghi diversi dalle luci e dai lustrini. Il disturbo al sonno dei residenti non va archiviato senza risposta, ma se esiste una richiesta di vita notturna in centro storico merita considerazione e spazio».