Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Un’adolescent­e la bullizza «Mi ha scritto: ammazzati»

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Provocazio­ni, PADOVA minacce, aggression­i. Storia di bulli? Non proprio: si tratta di ragazzine che brutalizza­no, e ragazzine brutalizza­te. Motivi, moventi? Nulla, vien da dire: il nulla. Vittoria (anche per lei un nome di fantasia) ha 17 anni. É un’amica di Luca, uno dei bersagli di quella indicata come la gang di Arcella. Alle medie, racconta, è stata vittima di bullismo: «Questo mi ha portato a gesti di autolesion­ismo e altri problemi». Quell’incubo, qualche anno dopo, è tornato con gli abiti di una ragazza poco più grande di lei, una 17enne che si presenta come componente di una gang, stavolta di Mortise. A spalleggia­rla, nel prendere di mira Vittoria, anche altre ragazzine. «La mia faccenda risale al 2017. A dicembre ero in centro con un’amica. Lei ha iniziato a guardarmi, poi, su Instagram, mi hanno scritto di stare attenta sennò mi menavano». Tre mesi e a quelle parole seguono fatti. «Sempre in centro, stavolta con due amiche e un amico. Lei si avvicina, mi prende per un braccio e mi tira un pugno in faccia. Avevo una bottiglia d’acqua e gliel’ho lanciata; lei mi ha tirato un altro pugno e, a terra, un ragazzo che era con lei mi ha colpito con dei calci». L’episodio è stato denunciato, il percorso di giustizia è tutt’ora aperto. La denuncia, almeno in prima battuta, non aveva comunque frenato la minaccia. «A giugno – ancora Vittoria – sono venute e prendermi sotto casa» ma sono state respinte dai familiari. C’è dell’altro. Due messaggi, spediti attraverso i soliti social: «“Ammazzati, perché non fai niente dalla mattina alla sera”, diceva uno; “Tagliati le vene in verticale”, l’altro». Ora la minaccia sembra essersi allontanat­a ma Vittoria, minuta com’è, regala un ultimo pensiero: «Per queste persone – dice con voce ferma - molti ragazzi vanno a tagliarsi le vene, a togliersi la vita, e non è giusto». (r.piv.)

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