Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ca’ della Robinia, Sernagiotto: «La giunta sapeva del bando» La Corte dei conti chiede 3 milioni all’ex assessore per danno erariale
NERVESA DELLA BATTAGLIA «Tutti, in giunta e in consiglio regionale, sapevano e hanno approvato il bando che ha consentito alla coop Ca’ della Robinia di acquistare l’ex Disco Palace». Remo Sernagiotto risponde così alla Corte dei Conti che lo ha citato, insieme a tutti gli altri attori della vicenda relativa all’ex discoteca sul Montello che sarebbe dovuta diventare una struttura per disabili ma è stata invece trasformata in una birreria in affitto. La procura generale della magistratura contabile gli contesta infatti il danno erariale per 3 milioni e 96 mila euro, per quel finanziamento regionale indebitamente utilizzato. Un conto salato arrivato anche all’ex direttore dei servizi sociali regionali Mario Modolo, all’ex proprietario della discoteca Giancarlo Baldissin, e ai soci fondatori Bruna Milanese, Selene e Stefano Bailo e Pierino Rebellato, insieme al curatore fallimentare della coop.
Ma Sernagiotto spiega, e lo ha fatto anche nelle deduzioni depositate in vista dell’udienza che si terrà a giugno, di aver agito con il beneplacito di tutto il consiglio regionale: «Il bando contestato all’ex assessore non è stato certo fatto nelle segrete stanze, ma è frutto di una decisione politica sulla base del quale è stato elaborato – precisa il suo avvocato Fabio Crea -, è passato due volte in giunta e sottoposto al vaglio degli altri assessori oltre che in commissione consigliare. E, va ricordato, Ca’ della Robinia non è l’unica associazione o cooperativa che ne ha usufruito. Poco più di un anno fa lo stesso Governatore Luca Zaia ha inaugurato a Ponte di Piave una struttura, finanziata proprio grazie a quel bando».
Sernagiotto respinge quindi l’accusa di essere responsabile di come quel bando è stato utilizzato in seguito da chi avrebbe dovuto realizzare una struttura con residenze e laboratori per persone disabili, finita invece in affitto a una birreria e poi fallita. Ma, come già sul fronte penale nel quale l’ex assessore a giorni in udienza preliminare dovrà affrontare l’accusa di corruzione, l’impianto accusatorio della procura contabile si basa su un presunto accordo tra l’europarlamentare, l’ex dirigente regionale Modolo suo socio nell’Immobiliare Airone Blu, per favorire l’amico Baldissin, facendogli vendere l’ex discoteca sul Montello, per salvarsi da guai economici. Aiuto che secondo l’accusa, i due avrebbero fornito in cambio di 63 mila e 680 euro per l’acquisto di quote dell’Airone Blu. «Baldissin ha assunto fin dalla costituzione della coop, in palese conflitto d’interesse, la veste di socio e presidente del Cda contemporaneamente a quella di proprietario dell’ex Disco Palace» scrive Imposimato che sottolinea come da anni Baldissin stesse cercando di vendere la discoteca perché sommerso di debiti.
«Il bando della Regione e le conoscenze con Modolo (che ha curato lo stesso bando) gli hanno consentito di farlo» spiega il magistrato, sottolineando come sia stato proprio grazie al dirigente dei servizi sociali che Ca’ della Robinia si era aggiudicata il finanziamento, anche se non era accreditata e non c’era il parere, vincolante, della Direzione Edilizia Ospedaliera. Ma anche grazie all’intervento di Sernagiotto che: «Mediante il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio ha assunto la delibera 1509 con la previsione, in violazione della legge regionale, dell’acquisto di immobili». Per questo ora la Corte li cita per 3 milioni e 96 mila euro.
L’inaugurazione
Il governatore Zaia ha inaugurato una struttura finanziata con lo stesso bando