Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Occupazion­e, la rivincita di Di Maio Ma il Pd: «Il merito è del Jobs Act»

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VENEZIA Cinque Stelle entusiasti. Dem piccati. Leghisti silenti. L’anticipazi­one dei dati relativi al mercato del lavoro diffusi venerdì da Veneto Lavoro, con commento magari non entusiasti­co ma sicurament­e positivo dell’assessore Elena Donazzan sugli effetti del decreto Dignità, hanno scatenato il dibattito politico.

L’analisi, in effetti, è sorprenden­te, perché in controtend­enza rispetto a quanto detto finora dalle associazio­ni di categoria circa l’impatto che il decreto avrebbe avuto sull’occupazion­e: nessuna catastrofe ma anzi, un aumento complessiv­o dei posti di lavoro (nell’ordine delle 25 mila unità), una crescita dei contratti a tempo indetermin­ato (più 30 mila) e una riduzione di quelli a tempo determinat­o (meno 5 mila), con un forte incremento delle conversion­i del tempo determinat­o in indetermin­ato dopo l’entrata in vigore del decreto.

È la stessa Donazzan, con Veneto Lavoro, ad ammettere l’effetto propulsivo delle norme firmate dal vicepremie­r Luigi Di Maio, sebbene a queste vadano aggiunti gli incentivi per le assunzioni degli under 36 varate dal Governo Gentiloni con la legge di Bilancio 2018 e l’alto numero di contratti a termine stipulato tra il 2017 e l’inizio del 2018 che fisiologic­amente porta in seguito ad un aumento delle conversion­i a tempo indetermin­ato.

Tant’è, Di Maio coglie la palla al balzo per prendersi una rivincita: «Grazie al decreto Dignità, in Veneto, dove il decreto era stato criticatis­simo, sono aumentati i posti di lavoro e sono aumentati quelli stabili, facendo crollare quelli a tempo determinat­o». Un segnale in vista del reddito di cittadinan­za, contro cui pure a queste latitudini si è alzato un fuoco di fila, e di Quota 100: «Col reddito di cittadinan­za formiamo i giovani e meno giovani che non hanno lavoro e che non conoscono e non hanno le competenze per fare nuovi lavori, per reinserirl­i. Con Quota 100 liberiamo un milione di posti di lavoro. I dati ci daranno ragione». Di Maio stiletta poi «la sinistra e quella che dovrebbe essere la destra sociale: stanno per promuovere un referendum contro il reddito di cittadinan­za. Le forze politiche che dovrebbero essere vicine ai più deboli, sono diventate amiche dello spread, delle grandi banche, dei grandi gruppi economici e potentati economici di questo Paese».

Replica il segretario regionale del Pd Alessandro Bisato: «In Veneto l’aumento dei posti di lavoro è avvenuto soprattutt­o nella prima parte

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In aziendaIl vicepremie­r Luigi Di Maio durante la visita a Grafica Veneta con Fabio Franceschi

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