Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Duvetica, sì dei creditori al salvataggio Il Tribunale omologa il doppio concordato che rimette in moto l’azienda dei piumini
VENEZIA La scorsa primavera, con l’acquisto da parte dei coreani di F&F Ltd (tramite la controllata FnF Italy), il marchio era stato messo in sicurezza: la società aveva offerto 7 milioni e 160 mila euro, diecimila in più della base d’asta, e la produzione dei piumini era proseguita, salvaguardando anche l’occupazione. Per chiudere il concordato preventivo del gruppo Duvetica mancava però il timbro finale dei creditori, arrivato nelle scorse settimane. Ora il noto marchio può dire chiusa la procedura che i titolari erano stati costretti ad avviare per la pesante crisi di liquidità dovuta anche a investimenti sbagliati, che avevano creato un buco di 25 milioni di euro.
Il tribunale ha dunque dato il via libera, omologando il concordato. Le procedure erano due – una riguardava la capogruppo Brand Safe Holding, l’altra la Duvetica Industrie – pilotate dall’advisor Piero De Bei e dal commissario giudiziale Caterina Carrer. I coreani avevano fatto un’offerta per entrambe le società, tranne alcuni pezzi che erano rimasti fuori, aggiudicandosi marchi, magazzino, permessi, dipendenti, compresi le sedi in Croazia e Bulgaria. L’offerta prevedeva il pagamento dell’11,25 per cento dei creditori di Duvetica Industrie e del 23,33 per cento di quelli di Brand Safe Holding. Sulla base di queste percentuali, la dottoressa Carrer ha poi comunicato al tribunale che per la prima società hanno votato favorevolmente il 66 per cento dei creditori (per un monte crediti di 8,2 milioni), per la seconda il 95 per cento (6 milioni e mezzo). E proprio alla luce di questa comunicazione il tribunale ha omologato entrambi i concordati. Il giudice delegato Martina Gasparini ha poi affidato al commissario giudiziale la verifica dell’evoluzione della procedura.
A rompere l’equilibrio erano stati gli acquisti di Villa Bianchi De Kunkler a Mogliano, che avrebbe dovuto diventare il quartier generale, per 3 milioni nel 2014 e poi della famosa vetreria Carlo Moretti di Murano, entrata nel gruppo nel 2013, che ha richiesto notevoli risorse per ripartire. Entrambe erano state stralciate: per la villa sono ancora in corso delle trattative, per la Moretti (nel frattempo diventata Zefiro Vetro), è stata data in affitto d’azienda, in vista di una vendita che dovrebbe essere bandita nelle prossime settimane. (a. zo.)