Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bizzotto: «Solo noi leghisti salveremo la Ue»
«Ci siamo battuti contro il Prosecco alla spina e per i dazi a difesa del riso veronese. Alcune battaglie le abbiamo vinte ma c’è ancora da fare». Mara Bizzotto, candidata a Nordest per la Lega, spiega che solo il fronte Euroscettico salverà la Ue dall’autodistruzione.
«So che può suonare paradossale ma gli unici che possono salvare l’Europa siamo proprio noi leghisti. Domenica dobbiamo riscrivere la storia del Vecchio Continente, altrimenti l’Unione si autodistruggerà».
Scenario apocalittico.
«Se tanta gente è scontenta, un motivo ci sarà».
Cambiare «questa Europa» è l’obiettivo di tutti, dal Pd a Forza Italia.
«È la cosa che più mi fa arrabbiare: Forza Italia fa parte del Ppe, il Pd del Pse, le due famiglie che da sempre governano l’Europa, dal parlamento alle commissioni. Sarebbero loro il cambiamento?».
Mara Bizzotto, vicentina di Bassano, è la punta di lancia della Lega a Bruxelles. Cinque anni fa, con 45.288 preferenze, fu il candidato della Lega più votato d’Italia dopo Matteo Salvini. Quando quest’ultimo è stato nominato vice premier del Governo Conte, ne ha preso il posto come capo delegazione all’Europarlamento. Ora ci riprova e sarebbe il terzo giro.
«Ci sono ancora molte battaglie da condurre, soprattutto a favore della nostra agricoltura, poco amata a Bruxelles. Qualche vittoria l’abbiamo conquistata, come quella contro il Prosecco alla spina o quella a difesa del riso veronese con i dazi a carico dei produttori orientali, ma c’è ancora tanto da fare per difendere il made in Italy. La proposta di bilancio Juncker vorrebbe togliere alla nostra Pac, la politica agricola comunitaria, 3 miliardi. Per il Veneto il taglio sarebbe di 250 milioni».
In Italia lo scontro tra i partiti, pur alleati di governo, è sempre molto aspro. In Europa riuscirete a togliervi la maglia del club per indossare quella della nazionale?
«Ci abbiamo provato ma in questi anni è sempre mancato “il capitano”, il governo era latitante e questo si è sentito, specie nel semestre di presidenza italiana, con Renzi. Ora il Capitano (soprannome di Salvini, ndr.) c’è».
Puntate ad ottenere commissari pesanti?
«Certo. Mogherini come Alto rappresentante per gli affari esteri è stata inesistente».
La Lega cerca un asse con gli altri sovranisti d’Europa. Proprio i sovranisti, però, dalla redistribuzione dei migranti ai conti pubblici sono i nostri più fieri oppositori.
«Con molti di loro, come Orban che ancora sta nel Ppe, lavoriamo da anni. La Grande Famiglia Euroscettica uscirà rafforzata da queste elezioni e cambierà volto all’Europa».
Sui migranti?
«Che l’Europa non possa accogliere tutti lo dice anche Macron, il fronte ormai è ampio e trasversale. La nostra linea è: meno partenze, meno morti, meno ricollocamenti. Investimenti per lo sviluppo in Africa. Corsie preferenziali per i veri rifugiati. Così si riporta serenità in Europa».
E i conti pubblici?
«L’austerity avrebbe dovuto rimettere in sesto i conti italiani a suon di sacrifici. Il risultato finale è stato più debito, più povertà, più disoccupazione. Il limite del 3% al deficit non è uno dei dieci comandamenti. Se sforando possiamo abbassare le tasse, rilanciare la crescita e creare lavoro, lo faremo. Nessuno potrà impedircelo».
Questo atteggiamento non rischia di isolare l’Italia in uno scenario globale che già vede l’Europa stritolata tra Usa, Cina, Russia?
«Anche questo ritornello ha stancato: Germania e Francia da anni portano avanti in solitudine i loro interessi, senza guardare in faccia a nessuno. L’Italia non può farlo?».
E con chi ci schieriamo?
«Dobbiamo collaborare con tutti, senza pregiudizi. I dazi alla Russia, per esempio, sono stati un autogol per la nostra agricoltura. E Mosca resta un partner fondamentale nella lotta al terrorismo».
La Lega è ancora favorevole all’uscita dall’Ue e dall’Euro o la Brexit vi ha fatto cambiare idea?
«La volontà dei britannici dovrebbe essere rispettata, purtroppo proprio la complessità burocratica dell’Unione e dei suoi trattati impedisce di dar corso al referendum e, insieme agli errori del governo May, sta contribuendo a creare il caos. Si deve concordare un’uscita morbida, che non penalizzi né noi né loro. Opporsi o mettersi di traverso rischia solo di acuire l’astio dei cittadini nei confronti di Bruxelles».
Priorità al Parlamento Ue Prosecco alla spina vietato, dazi a difesa del riso veronese. Abbiamo vinto alcune battaglie ad esempio sui temi della nostra agricoltura che è poco amata a Bruxelles, il fronte infatti è caldo e non va abbandonato