Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tbc, altri nove casi sospetti a Motta
Il test di Mantoux è risultato positivo per sei bambini e tre operatori dell’istituto
TREVISO I nuovi 476 test Mantoux alla scuola elementare di Motta di Livenza hanno dato nove positività alla Tubercolosi. Lo screening effettuato dall’Usl 2 sul focolaio epidemico che a marzo aveva creato preoccupazione fra le famiglie degli alunni torna a far discutere. I soggetti positivi sono tre adulti, operatori dell’istituto scolastico, e sei bambini. Ma l’Usl tranquillizza le famiglie: «La positività al test non significa che abbiano contratto la malattia».
MOTTA DI LIVENZA Sui nuovi 476 test Mantoux alla scuola elementare di Motta di Livenza ci sono altre nove positività alla Tubercolosi: è l’esito degli screening eseguiti dall’Usl 2 sul focolaio epidemico che a marzo aveva creato una notevole preoccupazione fra le famiglie degli alunni e che, due mesi dopo, ha ribadito l’alta infettività della maestra ritenuta «caso indice».
I soggetti positivi sono tre adulti, operatori dell’istituto scolastico, e sei bambini. Al test Mantoux (a reazione epidermica) sono state sottoposte le persone risultate negative al primo giro di profilassi, 404 alunni e 72 adulti.
«Avevamo ipotizzato una positività dell’1% – spiega il dottor Sandro Cinquetti, responsabile del servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Usl 2 -. Si è rivelata di poco superiore, arrivando all’1,5% fra i bambini. Mi sono già confrontato con l’Istituto superiore di sanità, il caso è descritto dalla letteratura scientifica sui focolai epidemici di tubercolosi, esistono code di positività legate ai contatti ultimi con il caso indice». In totale sono stati 10 i casi di tbc conclamata nella scuola di Motta di Livenza, due adulti e otto bambini. Le positività ai test Mantoux, fino ad ora, salgono da ieri a 54 (42 bambini e 10 adulti frequentanti l’istituto e due ex alunni oggi in prima media).
«La positività non indica la presenza della malattia ma la necessità di approfondimenti per un contatto significativo con il bacillo di Koch – sottolinea Cinquetti -. Tutti i bambini hanno già eseguito la radiografia toracica e sono in corso valutazioni pediatriche. Nei prossimi giorni agli esami saranno sottoposti gli adulti». Ma come mai, dopo due mesi, nove persone risultate negative ora hanno ottenuto un esito diverso? «Un contatto importante con la maestra il 4 marzo, prima dell’isolamento avvenuto l’11 marzo, non avrebbe fatto tempo a svilupparsi quando abbiamo fatto il primo percorso di screening, per questo abbiamo ripetuto il test a distanza di otto settimane». Dopo gli approfondimenti diagnostici, volti a decidere eventuali ulteriori esami, sono due i percorsi per i pazienti: la diagnosi della malattia conclamata (che l’Usl 2 oggi tende ad escludere) o la conferma di positività senza quadri evidenti. «Come tutti i precedenti positivi al Mantoux, eseguiranno la chemioprofilassi. I negativi invece chiudono qui la necessità di approfondimenti».
«Questi dati – chiude il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi – confermano l’impegno dell’Usl sia preventivo che terapeutico nella gestione di questo complesso e vasto focolaio epidemico. Ringrazio le famiglie che con pazienza e disponibilità hanno affrontato i percorsi diagnostici, i miei collaboratori impegnati nella gestione del focolaio, le autorità, il personale della scuola e l’amministrazione comunale per l’equilibrio e la collaborazione, la Regione del Veneto e l’Iss per l’affiancamento e la supervisione».