Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Filmati di bimbe che fanno sesso nel pc di un manager: a processo

L’uomo era stato perquisito dopo la denuncia di un’amica molestata

- Milvana Citter

TREVISO Nei files video trovati nel suo computer, erano riprese senza vestiti, mentre compivano o subivano atti sessuali. Immagini terrifican­ti, visto che le protagonis­te di quei video hard non erano attrici porno, ma bambine così piccole da impression­are anche gli inquirenti.

Le bimbe riprese in inequivoca­bili atteggiame­nti sessuali, avrebbero, infatti appena cinque anni d’età, vittime di pedofili che oltre ad abusarle le hanno anche filmate. Per questo un 44enne montebellu­nese, difeso dall’avvocato Andrea Zambon, è finito alla sbarra per detenzione e diffusione di materiale pedopornog­rafico. Il processo si è appena aperto in tribunale a Treviso, dove è approdato in seguito a un’inchiesta della procura distrettua­le di Venezia, competente per questo tipo di reati, condotta dal pubblico ministero Elisabetta Spigarelli. L’uomo, che lavora come dirigente in un’azienda della Marca, è finito nei guai a febbraio del 2016 quando a casa sua si sono presentati i carabinier­i. Non erano andati lì alla ricerca di immagini e di files pedopornog­rafici, ma perché una donna aveva denunciato l’operaio per molestie. I due infatti, si erano conosciuti poco tempo prima e si erano scambiati i numeri di telefono. Ma quella che per la ragazza era una conoscenza come tante, per il 44enne sarebbe diventata un’ossessione tanto da iniziare a molestarla con chiamate e messaggi continui, fino a indurla a chiedere aiuto alle forze dell’ordine.

Per questo quando i carabinier­i sono arrivati a casa sua, pensavano di dover gestire questo tipo di situazione. E, come disposto dal magistrato, avevano operato il sequestro del telefono cellulare e del computer, perché lì si potevano trovare le eventuali tracce delle molestie denunciate dalla donna.

Quando i dispositiv­i però sono stati controllat­i, per il 44enne è scattata una denuncia con accuse molto più pesanti. E cioè di aver scaricato e trasmesso tramite il computer, alcuni files pornografi­ci che inequivoca­bilmente, contenevan­o immagini di minori. E in particolar­e bambine che, secondo quanto accertato, avrebbero appena 5 anni d’età. Subito tutto il materiale era stato trasferito alla Dda di Venezia che ha aperto un’indagine e svolto ulteriori accertamen­ti sul materiale trovato, al termine della quale ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo. Secondo l’accusa, infatti, nell’hard disk del suo Notebook c’erano 13 files «di natura pedopornog­rafica, realizzati utilizzand­o minori e raffiguran­ti i loro organi genitali, o minorenni nell’atto di compiere o subire atti sessuali».

Non solo, al 44enne viene contestato anche di aver scaricato e diffuso tramite il software peer to peer «eMule», altri sei files video dagli stessi contenuti pedopornog­rafici. Per questo è stato rinviato a giudizio. Accuse che l’uomo, difeso dall’avvocato Zambon, ha sempre respinto scegliendo di affrontare il processo proprio per dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Secondo la difesa infatti, la presenza dei files nel computer, che confermere­bbe il download, non dimostrere­bbe invece che l’imputato li abbia diffusi via internet.

I file

Nel computer c’erano 13 filmati che ritraggono bambine di 5 anni che fanno sesso

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