Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Settemila aziende socie e 15 sedi a Nordest Neafidi aggrega Romagna ed Emilia
La fusione sarà operativa a luglio. Bocchese e Geria: «Cresceremo ancora»
TREVISO Con 7 mila aziende socie, un patrimonio di 75 milioni e finanziamenti alle imprese per 400 milioni l’anno, grazie alla fusione fra il consorzio di garanzia veneto Neafidi e Confidi Romagna ed Emilia, nasce un soggetto, intermediario vigilato da Banca d’Italia, che vuole ampliare le proprie competenze e rafforzare i servizi alle Pmi attraverso la presenza in 15 sedi di Veneto, Friuli ed Emilia Romagna.
L’operazione, formalmente approvata dai due consorzi di garanzia lo scorso 31 marzo, è stata al centro dell’assemblea di Neafidi che si è svolta ieri a Treviso per analizzare il conti del 2018, un bilancio che si chiude con un utile di 500 mila euro. La fusione sarà effettiva dal 1. luglio. Nel Consiglio di amministrazione, presieduto da Alessandro Bocchese, e nel collegio sindacale, l’Emilia Romagna è rappresentata da Maurizio Della Cuna (Madel Spa, di Ravenna), Mauro Macchiaverna, commercialista di Reggio Emilia, e Paolo Saini (Sate Srl, di Ferrara).
«La nostra vocazione alle fusioni – ha sottolineato Bocchese - è ormai nota, le abbiamo affrontate anche prima di diventare un operatore vigilato. Siamo convinti che i Confidi debbano assumere una dimensione più grande senza, nel frattempo, perdere il presidio del territorio, dato che le piccole imprese continuano ad aver bisogno di un partner fisicamente vicino. Al tempo stesso andare verso logiche dimensionali diverse consente non solo di fare economie di scala ma, soprattutto, sfruttare la possibilità di attingere da un bacino più ampio di specializzazioni».
Anche perché, fanno presente gli amministratori di Neafidi, una fra le esigenze più sentite dai soci è quella di una crescita della cultura finanziaria. Si stanno sviluppando importanti settori innovativi che si affiancano al mondo bancario, come il digital lending (prestito digitale) o il peer to peer lending (prestiti tra privati). «Quello che stiamo osservando – rileva il direttore generale, Patrizia Geria - è che le imprese che investono un po’ in questi filoni per sperimentare o per usare qualche soluzione alternativa, spesso valutano l’ipotesi di percorrere altre vie e, un po’ alla volta, acquisiscono una visibilità tale da richiamare proposte di finanza inedite. Ma sono in ogni caso soggetti che vanno accompagnati lungo un percorso di fiducia che deve decollare».
In Neafidi è nato intanto Nea Pmi, un servizio che analizza il bilancio, la Centrale rischi e l’ammissibilità al Fondo di garanzia, cioè gli elementi fondamentali da conoscere e monitorare per una corretta gestione del credito. La lista dei consiglieri, viene poi evidenziato, «esprime competenze molto variegate, sia perché si tratta in prevalenza di imprenditori di comparti diversi, sia perché le esperienze dei singoli spaziano dalla finanza alla produzione».
L’aggregazione con il Confidi Romagna ed Emilia certamente non sarà, per Neafidi, l’ultima. «Siamo ancora piccoli e dobbiamo continuare a lavorare sulla dimensione – aggiunge Geria – e procederemo considerando sia fusioni sia partnership di natura diversa con soggetti di altre regioni. L’idea è di non fermarci qui, tenendo sempre presente che a monte ci dev’essere un progetto industriale ben definito per fornire servizi migliori alle aziende socie».