Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Via Pisa, il condominio rischia il crac
Solo trenta residenti su cento sono in regola con le bollette. L’appello al sindaco
TREVISO La torre di via Pisa è uno degli edifici più noti della città a causa delle notizie di cronaca. Ma questa volta non ci sono gli abbandoni massicci di rifiuti nelle aree di sosta né il centro culturale islamico delle polemiche né nuovi episodi di illegalità. Il problema questa volta è che solo trenta condomini su cento sono in regola con le bollette e i pagamenti e il buco nei conti è cresciuto a dismisura al punto che l’intero condominio rischia il fallimento.
TREVISO La lettera è un appello, una richiesta di aiuto: gli inquilini del grattacielo di via Pisa sono stremati. Un ristretto gruppo di famiglie sta sostenendo i costi collettivi dei residenti morosi, che da mesi fanno mancare il contributo alle spese condominiali. Sentono la responsabilità morale e la necessità concreta di non finire da un giorno all’altro senz’acqua, luce o ascensore e pochi pagano per tutti. Anche per quei richiedenti asilo ospitati dal sistema di protezione, ma che non hanno i conti in regola. I problemi, in quei venti piani di cemento, continuano a crescere. E anche fuori, a dirla tutta: degrado, sporcizia, spazzatura abbandonata in strada, spaccio sulle scale d’ingresso. Una trentina di condomini ha costituito un comitato, comunicandolo con una lettera al sindaco di Treviso Mario Conte e al prefetto Maria Rosaria Laganà, invitandoli per una visita e un caffè. «La preghiera è di venire a vedere il prima possibile perché possiate concorrere al ripristino della legalità – spiegano -, senza il vostro intervento ogni sforzo sarà vano».
La Tower House è uno degli edifici più noti della città: svetta in una laterale di viale della Repubblica, è un simbolo della periferia trevigiana, ma è soprattutto periodicamente al centro delle cronache. Vuoi per gli abbandoni massicci di rifiuti (anche estremamente ingombranti) nelle aree di sosta, vuoi per il centro culturale islamico che era stato aperto qualche anno fa, vuoi per episodi di illegalità. E per il buco economico nei conti del condominio, noto da tempo, perché di cento inquilini solo una trentina rispetta le scadenze. «Il debito è tanto grande che l’amministrazione a dicembre ha dato atto di non essere in grado di pagare l’assicurazione fabbricati – spiega il comitato di via Pisa -. Eppure le scale di accesso si sgretolano e gli appartamenti, anche di quei condomini che onorano da sempre i propri debiti anche per conto degli altri, sono gravemente danneggiati da perdite d’acqua delle tubature condominiali, senza poter neppure sperare di vedere riparato il danno». Un mese fa l’ascensore era stato fermato per la mancanza di risorse per pagare il debito al manutentore: le corse sono riprese (temporaneamente, fino a giugno) grazie alla disponibilità del fornitore.
«Il grattacielo è una bomba sociale che rischia di scoppiare – scrivono nella lettera firmata dalla portavoce del comitato Elisa Pollesel - l’arrivo di decine di richiedenti asilo, accolti in vari appartamenti della torre, ha drammaticamente alimentato il degrado e l’esasperazione». Non potevano immaginare, i condomini, che proprio quegli spazi occupati in convenzione fossero tra i responsabili del buco nei bilanci: «Anche gli appartamenti destinati ad alloggio dei richiedenti asilo hanno debiti a troppe cifre. In tale importo è ricompreso il costo dei vari servizi tra cui l’ascensore e persino l’acqua, bene essenziale». Non c’è polemica, solo una preoccupazione che monta: «Da abitanti possiamo dire che è un’isola di illegalità, le uniche regole nostro malgrado sono quelle del degrado – elencano -. In ogni ora della giornata spaccio di droga sulla scalinata di accesso o vicino all’ingresso dell’ex autorimessa, immondizie gettate in strada dalla finestra o giù per le scale, in terrazza e in portineria, appartamenti occupati da anche venti persone, e mai le stesse, impianti di condizionamento esterni appesi alle pareti e sospesi nel vuoto». Rischi, non solo criticità: e continuare a vivere così è diventato insostenibile. Non c’è solo la frustrazione di dover pagare per tutti per non trovarsi senza servizi, ma anche quella di ottenere come unica risposta ulteriore degrado. Il sindaco Mario Conte l’anno scorso, in campagna elettorale, aveva lanciato il «Caffè Con-Te» ogni mattina a casa dei suoi potenziali futuri cittadini, per incontrarli uno ad uno e ascoltare dalla loro voce criticità e proposte. Beh, anche i cittadini di via Pisa sono pronti ad offrirgli un caffè per aprire un dialogo e trovare una soluzione.
I rischi L’amministratore non ha potuto pagare l’assicurazione del condominio
Le forniture L’ascensore è stato fermato perché non è stato pagato il debito con la manutenzione