Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La Lega, la Russia e il filo che parte dal Veneto
Matteo Salvini l’ha detto chiaramente, venerdì sera, parlando alla festa della Lega di Oppeano: «Gli unici soldi che noi chiediamo sono quelli della gente che si compra una birra o una salamella alle nostre feste». Però, proprio con la Russia, un certo feeling non lo nega neppure il ministro: «Putin - ha aggiunto - è uno dei migliori uomini di governo che ci sia ora sulla faccia della terra».
Il segretario del Carroccio cerca così di mettere a tacere chi ipotizza che il partito abbia ricevuto da Mosca finanziamenti per la campagna elettorale. Una polemica seguita alla pubblicazione - sul sito americano BuzzFeed della registrazione dell’incontro d’affari all’hotel Metropol al quale avrebbe partecipato anche il presidente dell’associazione Lombardia-Russia, Gianluca Savoini.
Ecco, per capire i rapporti tra Putin e la Lega si può partire proprio da quella organizzazione, che ha una costola anche a Verona, nell’Associazione Culturale Veneto-Russia. Tra i suoi fondatori «c’è stato anche Claudio D’Amico», considerato il braccio destro di Savoini. A confermarlo è l’attuale presidente, Palmarino Zoccatelli, che nel taschino tiene pure lui la tessera del partito, anche se non riveste alcuna carica istituzionale. «La nostra è semplicemente una associazione che si occupa di organizzare eventi e occasioni di incontro per rafforzare i legami di amicizia tra il popolo veneto e quello russo», spiega.
«Abbiamo chiesto una commissione parlamentare d’inchiesta - spiega la deputata del Pd Alessia Rotta - per capire quali siano i veri legami, anche economici, tra Lega e Mosca e il ruolo di queste associazioni».
Che «Veneto-Russia» sia a trazione leghista non ci sono dubbi. Il segretario è Gualtiero Mazzi, presidente del Corecom regionale ed ex presidente della Provincia di Verona; mentre il presidente onorario dell’associazione è il consigliere regionale Luciano Sandonà. Del direttivo fa parte (con la carica di Delegato ai rapporti con le istituzioni russe) anche il consigliere regionale della Lista Zaia, Stefano Valdegamberi. E basta scorrere le foto pubblicate da Veneto-Russia per incontrare, oltre alle immagini che ritraggono Zoccatelli assieme a Savoini, altri voti noti come quelli dell’ex deputato (oggi in Regione) Alessandro Montagnoli, e del parlamentare Vito Comencini.
Si tratta di personaggi che si spendono volentieri per la causa. C’è chi lo fa attraverso la sottoscrizione di un documento contro «le pretestuose sanzioni» adottate dall’Europa nei confronti di Mosca, i cui effetti «sono stati catastrofici per l’economia dell’Italia e del Veneto in particolare». E chi votando la risoluzione (approvata dal consiglio regionale) per «il riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea».
Ma perché dei politici veneti dovrebbero difendere gli interessi della Russia? Il presidente Zoccatelli prova subito a sgomberare ogni dubbio: «L’associazione veneta non prende soldi dalla Russia. I pochi fondi a disposizione arrivano da alcune aziende che condividono i nostri interessi». Sul sito web, ad esempio, si indica come sponsor la «Albrigi»,azienda veronese che ha realizzato diversi impianti di stoccaggio operativo proprio in Russia.
Anche per quanto riguarda i politici, la presa di distanze è netta: «Non ho mai ottenuto alcun privilegio, da parte di Mosca, in cambio della mia azione», dice Valdegamberi, che assicura: «Faccio solo l’interesse delle imprese venete penalizzate dalle sanzioni».
Dal fronte leghista, nessuno nasconde l’ammirazione per le posizioni assunte da Putin sulla questione dei diritti civili, come la contrarietà al riconoscimento delle unioni omosessuali. Ma Sandonà non ha dubbi: «La Lega non ci fa certo comprare. Semplicemente io e altri colleghi di partito ci sentiamo liberi di dire delle cose vere che non rispecchiano le “versioni ufficiali”, così come ci vengono propagandate. Mi riferisco, ad esempio, alla questione della Crimea, al cui popolo viene negato il diritto all’autodeterminazione solo perché da sempre vicino a Mosca». La registrazione dell’incontro tra Savoini e i delegati russi? «Una faccenda gonfiata a dismisura - afferma Sandonà sono sicuro che non emergerà nulla di illegale». Allo stesso modo la vede Montagnoli: «Come dice Salvini, non c’è nulla di illecito nei rapporti con Putin. La verità è che le sanzioni alla Russia sono un problema pesante per l’economia veneta, e quindi abbiamo il dovere di fare tutto il possibile per cancellarle». Il deputato veronese Vito Comencini - che pochi giorni fa ha coronato il suo sogno d’amore con la fidanzata russa Natalia Dandarova sposandola a San Pietroburgo - dice che «la Lega non ha bisogno dei rubli. La verità è una soltanto: le aziende, specie quelle venete, ci chiedono di superare delle sanzioni che, francamente, sono ingiustificabili».
Sandonà
La Lega non si fa certo comprare. Ci sentiamo liberi di dire quelle verità scomode, come il diritto all’autodeterminazione del popolo della Crimea
Alessia Rotta
Abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta per capire quali siano i veri legami tra Lega e Mosca e il ruolo di queste associazioni