Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pesta e sequestra moglie e figlia in casa, poi fugge e si schianta
Nel Trevigiano, anni di maltrattamenti. Lui arrestato, ha il divieto di avvicinarsi alla donna
TREVISO Un uomo è stato arrestato con accuse che vanno dal sequestro di persona ai maltrattamenti. Da anni picchiava la moglie e l’altra notte l’avrebbe sequestrata in casa assieme alla figlia undicenne. Poi si sarebbe allontanato con l’auto di lei andando a schiantarsi.
MASERADA (TREVISO) Per cinque anni avrebbe subito i maltrattamenti del marito, botte e vessazioni psicologiche, anche in presenza della figlia di 11 anni. Fino a martedì notte, quando l’uomo avrebbe segregato lei e la figlia rinchiudendole in casa, per poi scappare con l’auto della donna andando a schiantarsi contro un albero. E così, a salvare la compagna e la figlioletta dalle violenze, è stato paradossalmente quel sequestro-lampo.
A scoprire che la 40enne e la ragazzina erano state rinchiuse, sono stati infatti gli agenti della Polstrada di Castelfranco Veneto che hanno subito chiesto supporto ai colleghi della polizia giudiziaria. E per un 50enne italiano di origine brasiliana, è scattato l’arresto per sequestro di persona, maltrattamenti, lesioni aggravate e rapina. Tutto si è consumato, secondo quanto ha raccontato la 40enne agli investigatori, nella notte tra il 9 e il 10 luglio quando l’uomo, che vive e lavora in un complesso agricolo a Maserada, è tornato a casa ubriaco. Un problema quello dell’alcol, che spesso avrebbe contribuito ad alimentare il clima di violenza in famiglia.
Quella notte, il 50enne si sarebbe presentato in uno stato di forte alterazione psicofisica e avrebbe scatenato l’ennesima lite con la compagna. Dalle urla sarebbe presto passato ai fatti: l’avrebbe picchiata, strattonata violentemente e le avrebbe sottratto le uniche chiavi di casa e dell’auto. Preso da un raptus, l’uomo è scappato fuori dall’abitazione chiudendosi la porta alle spalle, a chiave. E rendendo così impossibile alla moglie e alla figlia, uscire dall’appartamento che si trova al primo piano. Subito dopo è salito sull’auto e si è lanciato a folle velocità lungo il viale d’accesso della tenuta agricola, finendo però con lo schiantarsi contro un albero.
L’uomo è stato soccorso e portato all’ospedale di Treviso dai sanitari del Suem 118, mentre sul posto arrivavano gli agenti della Polstrada che subito si rendevano conto, dalla dinamica, che si era trattato di un gesto volontario.
Il 50enne voleva probabilmente distruggere l’auto della donna o compiere un gesto autolesionistico. Per questo gli agenti, risaliti dalla targa all’indirizzo alla proprietaria e cioè la moglie, sono andati a casa scoprendo così quello che non si sarebbero mai aspettati. E cioè che la donna e la figlia 11enne erano state rinchiuse contro la loro volontà. A quel punto, gli agenti hanno chiesto l’intervento dei colleghi della polizia giudiziaria. E con loro, confortata e rassicurata, la 40enne ha trovato il coraggio di confessare agli investigatori le violenze subite. Maltrattamenti e percosse, anche in presenza della figlioletta, che sarebbero andati avanti almeno da cinque anni.
La donna presentava sul corpo, i segni evidenti di una cinghiata ricevuta qualche giorno prima. Per questo, su disposizione della procura, per il 50enne è scattato l’arresto in flagranza. Non appena è stato dimesso dall’ospedale è stato accompagnato nel carcere di Santa Bona. Dopo la convalida dell’arresto, in attesa del processo, è stato scarcerato con l’obbligo di allontanamento dalla casa familiare.
Nonostante le botte e le vessazioni subite per anni però, ieri pomeriggio la compagna ha ricominciato a difenderlo dai microfoni di AntennaTre.
«Non voleva rinchiuderci, è uscito di casa e ha chiuso a chiave. Ma non avevamo litigato, era alterato», dice la donna che ammette che il compagno ha un problema a gestire la rabbia ma, come spesso accade alle vittime di questo tipo di reati, tende a giustificarlo: «Non voleva farci del male. Spero il meglio per me e per lui».