Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I manager Bpvi: «Non sapevamo che le baciate fossero così frequenti»
VICENZA Dichiarazioni ribadite e approfondite, ma anche in parte «rettificate». Spaziando dal «fenomeno delle operazioni baciate», di cui però nemmeno i dipendenti della stessa Banca Popolare di Vicenza avevano cognizione «dell’entità, della vastità», e tornando anche alla cena nella villa del conte Cristian Malinverni, in cui però, a differenza di quanto emerso finora, «il consigliere Franco Miranda non parlò delle azioni» del padrone di casa come «comprate attraverso un finanziamento», quindi di baciate.
Sono sette i testimoni che avevano già deposto in aula bunker a Mestre e che ieri, sempre nell’ambito del processo per il crac di Bpvi, hanno sfilato in tribunale a Vicenza davanti al nuovo collegio. Così, infatti, è stato voluto da alcuni avvocati dopo che al giudice Lorenzo Miazzi è subentrato come presidente del collegio Deborah De Stefano (altro giudice Camilla Amedoro). Di qui la necessità di risentire i testimoni, che si sono alternati dalle 9.30 nell’aula al piano interrato del Palazzo di Giustizia.
Il primo è stato Luigi Morato, «re» dei panificatori vicentini, con una baciata da 34 milioni, che ieri, rispondendo alle difese, ha dichiarato che «alle cene con i Loison (altra famiglia di imprenditori, ndr) non si parlava mai di banca e baciate». A seguire Paolo Ghezzi, sindacalista della Cisl dello stesso gruppo bancario e il capo area Bpvi Maurizio Baruffato che ha spiegato: «Conoscevo il fenomeno delle baciate nella mia area ma non avevo cognizione che fosse così vasto». Poi è stata la volta di Enzo Dalle Carbonare, ex capo area che si «ribellò» alle operazioni di capitale finanziato, le «operazioni k», quelle per le quali Franco Tessarollo, altro dipendente, ha detto ieri di aver «ricevuto forti pressioni dalla struttura per collocarle» senza però segnalare nulla agli organi di vigilanza interna «perché era ancora tutto un po’ primordiale».
A parlare anche l’ex capo area Franco Pilan: «Non circolavano informazioni sull’entità del fenomeno baciate» ha riferito, raccontando della svalutazione delle azioni da 62 a 48 euro, della preoccupazione di allora: «E adesso cosa andiamo a dire ai clienti?».