Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nuove aperture Negozi in sofferenza ma i locali crescono e spunta una «stella»
Nuovi bar e osterie nel centro di Treviso
TREVISO I negozi chiudono, questo dice Ascom Confcommercio. Ma bar, ristoranti e osterie a Treviso aprono, si rinnovano, ampliano gli spazi inglobando i locali sfitti adiacenti. Anche al posto delle attività commerciali più tradizionali che spariscono «mangiate» da calici di vino e piatti prelibati. Il capoluogo vive di somministrazione, cibo e drink. È questo che cercano i turisti in una meta segnalata dalle guide enogastronomiche, è lì che si rifugiano i trevigiani prima dell’ufficio o al termine di una giornata di lavoro.
Quando l’amministrazione comunale ha deciso di sostenere le nuove attività in centro e nei quartieri destinando incentivi economici, ha previsto di mettere dei paletti precisi: dovranno essere negozi di vicinato, servizi che oggi mancano e che possono offrire qualcosa in più ai residenti e ai visitatori. Questo perché la ristorazione già gode di una fortuna autonoma, senza bisogno di ulteriori spinte.
Due negozi stanno già cambiando pelle. Al posto di Sisley in borgo Mazzini, sotto il portico davanti alla casa di riposo, è previsto lo sbarco della pizzeria Spillo, che sceglie un locale dentro le mura oltre allo storico punto di Santa Maria del Rovere, aggiungendo al quadrante la pizza che ancora mancava. In piazza Trentin, invece, dove osterie e locali non mancano affatto, ha appena aperto l’Osteria Crud, proprio di fronte allo Shiraz e alla Roggia, frequentatissimi punti di ritrovo della nightlife trevigiana, e a pochi passi da un altro bar all’altro lato della piazzetta. Un poker che si divide una fetta di clientela con la vicina via Inferiore dove ormai tutto sta prendendo la forma del bicchiere, dalla colazione all’aperitivo fino al dopocena. Oltre ai punti di riferimento dell’Osteria Ostile e del ristorantino messicano di fronte, c’è Toni del Spin che si è «allargato», con un’altra attività di famiglia dall’estetica meno tradizionale che ha rilevato la vetrina sfitta confinante con la storica trattoria facendola diventare un’enoteca. Andando avanti un’altra enoteca e un bar conducono fino al ristorantino che ha aperto da un mese al posto dell’ex Proseccheria e Cozzeria, con una «cucina contemporanea» con un esteso plateatico davanti al portico della chiesa. E basta girare l’angolo per trovare il «nuovo» Basilico 13, la cui proprietà è passata di mano da qualche settimana: Sonia Miatton, imprenditrice della ristorazione (è già titolare di «Terracqua» a Valeggio sul Mincio e di un’altra attività a Jesolo) vuole portare al centro storico la sua prima Stella Michelin. Il progetto è un «work in progress», ma è già decollato con il riallestimento del dehors davanti all’antico pozzo della piazza. L’unica Stella del capoluogo infatti è fuori mura, in via della Quercia in zona Stiore, e l’ha ottenuta Undicesimo Vineria dello chef Francesco Brutto.
C’è anche chi si allarga: il Crich Corner di vicolo Barberia ha preso in gestione l’adiacente bar di Ca’ dei Ricchi, approfittando del portico che collega i due ingressi, chiamandolo «Secret Garden».
Spostandosi di zona, in un quadrante che non abbonda per locali, cambierà gestione a fine estate il Cavastropoi, rilevato da una coppia padovana che porterà una cicchetteria di qualità.
Il ricambio è continuo: a ogni locale che chiude è quasi pronta la gestione subentrante. E questo dimostra ancora una volta la godereccia abitudine trevigiana a trasformare bar e osterie in punti di aggregazione. È un commercio che funziona e si sta estendendo sempre di più.