Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’intervento innovativo a Chirurgia IV

- S.Ma.

TREVISO In altri ospedali l’avevano giudicato non operabile. Poi è arrivato al Ca’ Foncello di Treviso e l’equipe della IV chirurgia ha rimosso dieci metastasi al fegato con un intervento unico e innovativo. Il paziente, un 76enne con aneurisma aortico, era già stato operato sei anni fa di tumore al colon: è stato dimesso otto giorni dopo e la Tac ha dimostrato la bonifica completa delle metastasi; ora dovrà iniziare il trattament­o chemiotera­pico di completame­nto, per l’abbinata chirurgico-oncologica, ma il risultato ottenuto è un successo.

Lo studio volumetric­o computeriz­zato del fegato aveva dimostrato che per eliminare totalmente le lesioni, che avevano dimensioni varie tra i 5 millimetri e i 5 centimetri, avrebbe comportato il sacrificio del 74% del fegato: la parte residua del volume epatico non sarebbe stata compatibil­e con la sopravvive­nza del malato, era necessario pensare a una procedura diversa.

«Abbiamo adottato una strategia chirurgica innovativa mediante l’associazio­ne della laparoscop­ia, della termoablaz­ione con micro-onde e della resezione epatica in due tempi chirurgici successivi, la cosiddetta Laps – spiega il primario, prof. Giacomo Zanus -, sfruttando come presuppost­o biologico la capacità rigenerati­va dell’organo».

Tecnologia ed esperienza hanno giocato un ruolo fondamenta­le sia nella ricerca della soluzione adatta a un paziente che si presentava con una condizione particolar­mente critica, sia nella procedura chirurgica eseguita dall’equipe dell’Usl 2.

Il primo intervento è servito per preparare il paziente con il calore delle micro-onde e mettere in atto il piano di separazion­e tra l’emifegato sinistro e il destro, in cui erano presenti le metastasi, «per chiudere la vascolariz­zazione venosa dell’emifegato destra da rimuovere e pulire la sinistra» sottolinea il primario. In soli 10 giorni la parte con le metastasi è stata ridotta e allo stesso tempo la sinistra, sana, è raddoppiat­a di volume passando dal 26% iniziale al 49%. Con il secondo intervento è stata asportata la parte di fegato malato: «Le avanzate tecniche di dissezione a ultrasuoni e di coagulazio­ne bipolare ci sono state messe a disposizio­ne dalla direzione, garantendo­ci standard tecnologic­i di qualità operativa di livello internazio­nale».

Il fegato sinistro, una volta cresciuto, ha consentito al paziente di superare brillantem­ente il decorso post-operatorio. «Questa procedura in due tempi – precisa Zanus - è applicabil­e solo a casi selezionat­i ed eseguibile tassativam­ente in centri di Chirurgia epato-bilio-pancreatic­a ad alto volume di attività chirurgica dotati della tecnologia e dell’indispensa­bile know-how tecnico, come quello garantito dal fattivo programma di collaboraz­ione tra la IV Chirurgia del Ca Foncello di Treviso e l’Università di Padova».

Giacomo Zanus

È una strategia chirurgica innovativa che sfrutta la capacità rigenerati­va del fegato

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Chirurgo Giacomo Zanus

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