Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ma il capo ultrà ci ricasca: «Balo non è italiano»
Castellini, benzina sul fuoco: «Più stupido che negro»
VERONA «La febbre dell’azione mi divora... È forse più facile custodire il vento che me». Twittava così, ieri mattina, Luca Castellini. E, in effetti, lui una bufera l’ha creata. Quella che gli è valsa l’ennesima ribalta nazionale. Ci è abituato a vivere nelle tempeste che lui stesso plasma, Luca Castellini, dirigente nazionale e coordinatore per il Nord Italia di Forza Nuova partito in cui milita da 25 anni. Ne ha 44, adesso, Luca Castellini. E del suo passato fa parte anche l’aggressione, negli studi di TeleNuovo, ad Adel Smith, accusa caduta per prescrizione. Al credo, «Dio, patria e famiglia» ha aggiunto, quasi sullo stesso piano, l’Hellas. È l’ex portavoce della Curva Sud del Verona, di cui rimane - nella spartizione destrorsa del tifo gialloblù - uno dei referenti. «Preciso che non sono a capo di nessuna curva e che qualsiasi mia dichiarazione passata presente o futura è fatta solo e soltanto come dirigente di Forza Nuova», si è premurato di far sapere ieri dopo aver creato l’ennesima tempesta. Quella che si è scatenata sulle sue dichiarazioni, rilasciate all’emittente Radio Cafè, dopo la vicenda dei cori su Mario Balotelli. «Ci sarà qualcuno che lo ha fatto, dieci persone, sette...», ha detto. Lui che al massimo la partita la può vedere sul divano di casa, a espiare un Daspo di 5 anni che scadrà nel 2022. «Balotelli - ha detto tra le altre cose Castellini - è italiano perché ha la cittadinanza italiana, ma non potrà mai essere del tutto italiano». Aggiungendo che «Balotelli è un giocatore finito... L’anno prossimo non gioca più a calcio, andrà in televisione a fare la prima donna... A Verona lui si infastidisce perché gli cantiamo “Mario Mario” e invece preferisce essere insultato. Ha infamato Verona». Chiedendo poi se «ci sono problemi a dire la parola negro? Mi viene a prendere la commissione Segre perché chiamo uno negro? Mi vengono a suonare al campanello». Per poi twittare qualche ora dopo «Balotelli volevi godere del black pass de “il negro ha sempre ragione”, ma tu sei più stupido che negro». Hanno risposto entrambi, a Luca Castellini. Sia la senatrice a vita Liliana Segre che lo ha liquidato con un «Ancora guardano i colori delle persone...». Sia il «Balo» che lo ha scudisciato con un «qua non c’entra più il calcio. State insinuando a situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo... Svegliatevi ignoranti, siete la rovina. Però quando Mario faceva (e vi garantisco farà ancora) gol per l’Italia vi sta bene, vero?». Domanda a cui Castellini non ha risposto. Lui che qualche tempo fa aveva spiegato che «Inneggiare a Hitler è goliardia. Le sue atrocità? Molto meno di quelle della democrazia», a commento dell’apertura di un’inchiesta giudiziaria per «apologia del fascismo», dopo che sul palco di una festa dei tifosi Hellas aveva annunciato come «chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, ha un nome: Adolf Hitler», mentre il coro di sottofondo cantava che «siamo una squadra fantastica, una squadra a forma di svastica... Che bello è, allena Rudolph Hess». Concetti che ha ripreso ieri dicendo che «noi (gli ultrà del Verona, ndr) abbiamo una cultura identitaria di un certo tipo, siamo una tifoseria che è dissacrante... Questo è folklore, si ferma tutto lì». «Folklore» che ha battezzato le reazioni.
La presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio Francesca Businarolo lo ha bollato come «un provocatore che non può parlare nè per la città nè per i tifosi«. Le sue parole sono indegne...». Altri politici hanno chiesto l’intervento della magistratura. Quelle dichiarazioni sono sconcertanti per la loro spavalderia», ha commentato il sottosegretario Andrea Martella.
La temerarietà, marchio di fabbrica del «Gran Caste» Luca Castellini.