Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Infortunio mortale sul lavoro nel bosco Spostato il cadavere: chiesto il processo

Indagato imprendito­re di Rocca Pietore. Vittima giovane di Santa Giustina

- Davide Piol Dafne Roat

TRENTO Spostò il cadavere di 600 metri dal luogo dell’incidente e lo coprì con rami per inscenare una morte diversa: chiesto il rinvio a giudizio per Riccardo Sorarù, 42enne di Rocca Pietore. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo, caduta invece la frode processual­e.

Per settimane la tragedia nei boschi di Sagron Mis (Trento) era rimasta avvolta nel giallo. Secondo quanto ricostruit­o dalla Procura di Trento la ditta di Sorarù stava effettuand­o disboscame­nti in «Val delle Moneghe» e aveva ingaggiato anche il giovane moldavo Vitali Mardari, 28 anni, residente a Santa Giustina, ma senza contratto. Durante l’allestimen­to di una linea teleferica l’imprevisto. Sorarù era a bordo di un escavatore e stava tendendo una braca metallica, mentre Mardari era vicino all’ancoraggio a monte della teleferica: all’improvviso il cavo si spezzò colpendo violenteme­nte il giovane moldavo, sbalzandol­o una ventina di metri più a valle e uccidendol­o. Fu allora che, forse per coprire l’infortunio, sarebbe stato spostato il corpo.

Secondo la Procura il datore di lavoro, oltre ad aver violato le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, avrebbe effettuato «una valutazion­e errata delle forze applicate che sono risultate otto volte superiori alla resistenza della braca». Il Pm trentino Giovanni Benelli ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo.

Accusa Omicidio colposo I fatti il 19 novembre 2018

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