Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
QUANDO VINCE L’ONESTÀ
Anche nel periodo pre-natalizio non mancano notizie di violenze e volgarità. Due novantenni scippate e malmenate per pochi soldi, una moglie insultata e picchiata ancorché (o perché?) disabile, un bimbo schiaffeggiato in auto da un ladro mentre la madre s’era allontanata un attimo per portare in asilo la sorellina, un padre che aggredisce il conducente di uno scuolabus al grido di «aspetti mia figlia!». Niente di nuovo, purtroppo, sotto il sole maligno. Per non parlare della volgarità che imperversa dovunque, nelle assemblee politiche, nelle risse ai talk show, negli stadi: insomma della mancanza generale di urbanità - sostituita da turpiloqui, ingiurie, villanate impunite mentre meriterebbero di essere sanzionate - su cui indaga il filologo Carlo Ossola nel suo «Trattato delle piccole virtù» (Marsilio). Ma per non lasciarci contagiare da queste notizie deprimenti, è giusto e psicologicamente sano soffermarci ogni tanto sugli esempi di onestà e generosità, a volte anonima, che pure ci sono e non sono pochissimi, ovunque in Italia e segnatamente anche nel Veneto. A Padova, quartiere Portello un tempo ricettacolo di ladri, un ragazzino ha perso il cellulare in cui, sotto la «cover» trasparente, aveva custodito anche il regalo di compleanno della nonna in banconote: più di 100 euro. La perdita era stata denunciata dal padre con scarsa fiducia e solo per l’insistenza del figlio, ma anche le autorità preposte alle denunce s’erano mostrate scettiche.
Invece dopo qualche giorno è arrivata la comunicazione del ritrovamento del telefono, completo dell’intera somma, recuperato da un tunisino che lo aveva raccolto per strada. A San Vendemiano è stato riportato da due ragazzi al proprietario, un friulano di passaggio, il portafoglio contenente ben 20 mila euro. In una regione confinante con la nostra, un sedicenne ha restituito un portacarte con l’intera pensione a un anziano che s’è commosso, mentre i genitori del ragazzo (disoccupati), hanno dichiarato di sentirsi fierissimi del figlio.
Toccante poi la storia di un padre di quattro figli che s’era visto staccare luce e gas per insolvenza e respingere allo sportello la richiesta di rateizzare il dovuto, scoppiando a questo punto in lacrime. È successo a Conselve, dove nella stessa fila allo sportello un uomo che aveva assistito alla scena ha pagato di persona, chiedendo di restare anonimo, i 600 euro che l’altro non aveva, ma pretendendo l’immediato ripristino dei servizi staccati.
È interessante notare come in molti di questi episodi positivi i protagonisti siano giovani e spesso stranieri. Mi ha però indignato la reazione di una signora nel sentire alcune di queste storie: ha detto che, se sono vere, si tratta di casi isolati. Evidentemente, secondo lei, di solito gli immigrati, giovani o vecchi che siano, devono per forza essere «brutti, sporchi e cattivi», colpevoli di tutto, e non vale neppure la pena di chiedersi perché.