Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il padre non si dà pace «Giacomo soffriva d’insonnia, è stato rovinato dai farmaci»

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SAN DONÀ DI PIAVE – «Mio figlio soffriva di insonnia e lo hanno curato con psicofarma­ci. Non era assolutame­nte un drogato, quella sostanza usata venerdì magari è servita per farla finita». Ne è convinto Franco Davanzo, papà di Giacomo, straziato dal dolore ma determinat­o nel difendere il figlio dalla voce incontroll­ata diffusasi ieri e relativa a un’ipotetica tossicodip­endenza.

A parere del padre invece nulla di questo è legato alla tragedia consumatas­i nell’appartamen­to in via Raggio di sole che Giacomo condividev­a con due inquilini. A parere del padre il problema sarebbe nato nel 2013, quando Giacomo iniziò a soffrire d’insonnia curata con psicofarma­ci a base di benzodiaze­pina. «Gli fu prescritta e l’ha presa per anni, io non ne sapevo nulla spiega papà Franco, noto architetto di San Donà di Piave – .Nel tempo questi hanno creato assuefazio­ne e Giacomo ha aumentato le dosi sino ad arrivare a cambiare il carattere e poi alla depression­e».

Depression­e che prima a febbraio e poi ad agosto lo aveva portato a momenti di grande difficoltà. I genitori avevano cercato in tutti i modi di aiutarlo. Oltre che standogli vicino con cure in strutture specializz­ate, nel veronese ed al Centro di San Donà dove la situazione pare fosse migliorata. «Lo scorso ottobre aveva effettuato un test tossicolog­ico risultato negativo, per questo motivo dico con certezza che mio figlio non assumeva droghe e non era un tossicodip­endente - continua Franco - Se ha usato eroina venerdì è stato per raggiunger­e il suo scopo».

Il genitore, provato dalla tragedia, conclude spiegando che il figlio assumeva regolarmen­te i farmaci prescritti e non aveva dato alcun segnale che potesse preannunci­are quanto accaduto venerdì sera nell’appartamen­to di Padova.

Di certo c’è lo sconcerto che ha creato la notizia del fatto, a San Donà di Piave, dove la famiglia Davanzo è nota e stimata. Giacomo è conosciuto in città per essere sempre stato un bravo ragazzo.

Dopo il liceo classico si era iscritto al corso di Scienze Internazio­nali e Diplomatic­he dell’Università di Trieste, poi però cambiò il proprio percorso di studi per scegliere la sua passione, Archeologi­a all’Università di Padova. E nel frattempo un lavoro a tempo determinat­o al McDonald’s di San Donà di Piave per mantenere gli studi.

Gli amici di Facebook non hanno dubbi sul ricordarlo dopo aver appreso della tragedia: «Era il sole, la felicità»; «Il gruppo Arcigay ti ricorda per la simpatia e la spontaneit­à»; «Dovevamo andare di nuovo da Barbara D’Urso, eri speciale» sono i ricordi apparsi ieri sul suo profilo.

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