Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Qualità della vita, una disfatta La provincia va giù al 51° posto
Classifica «Sole 24 Ore», nel 2018 era quarta. «Colpa dello spopolamento»
BELLUNO L’effetto è quello di una valanga, ma le temperature in forte rialzo non c’entrano. Nella classifica del quotidiano economico «Il Sole 24 Ore» sulla qualità della vita la provincia di Belluno scivola a valle, perdendo in un anno 47 posizioni. Era ai piedi del podio, quarta, alla fine del 2018, ora si ritrova al centro gruppo, 51esima sui 107 campanili italiani.
Più che una discesa, un salto nel vuoto. Nei trent’anni di esistenza della graduatoria mai Belluno così in basso, abituata piuttosto a respirare l’aria buona delle prime posizioni: prima nel 2017, terza nel 2011, quarta l’anno scorso ma anche nel 2016, 2014 e 2013. Per parlare solo dell’ultima decade.
Come si spiega un simile crollo? Diversi i fattori da prendere in considerazione, ma va subito detto che quest’anno «Il Sole 24 ore» ha aggiunto una quarantina di nuovi parametri, alcuni oggettivamente penalizStato zanti per il Bellunese, perché legati al clima. Poi cambiato il metodo di calcolo, che ha sterilizzato gli estremi, in alto e in basso.
Analizzando la classifica, che vede per il secondo anno Milano sul gradino più alto del podio, salta all’occhio il distacco negativo tra Belluno e le province vicine. Non solo Bolzano e Trento, che si confermano sul podio nazionale, ma anche il resto del Veneto. Verona, Treviso e Venezia nella top ten, appena fuori Vicenza, undicesima. La differenza? Si traduce in una parola: marginalità.
«Siamo penalizzati — chiosa il presidente della Provincia Roberto Padrin — per infrastrutture e demografia. Paghiamo un tasso di natalità basso e un alto indice di anzianità e di dipendenza degli anziani».
Infrastrutture e sanità il tallone d’Achille del Bellunese. Il sindaco del capoluogo, Jacopo Massaro, tira in ballo Regione, e Usl. «Le infrastrutture? Il Veneto e i governi non ci danno adeguate. Basta guardare la classifica di Bolzano, Trento e Aosta. Abbiamo indicatori negativi anche sulla salute, alto numero di infarti, tumori e basso numero di pediatri e medici di base. Su questo Regione e Usl dovrebbero interrogarsi, le loro modifiche al sistema sanitario e assistenziale non stanno funzionando».
Nulla di nuovo, è la fotografia scattata dal «report sullo spopolamento» consegnato nei giorni scorsi al ministro delle Autonomie Boccia. Padrin rilancia: «Se non abbiamo un numero di abitanti tale da giustificare investimenti, le infrastrutture non arrivano. Ecco perché dobbiamo battere lo spopolamento: per dare un futuro a un territorio dove si continua a stare bene».
Come da tradizione, Belluno mostra il meglio di sé nell’area «Giustizia e sicurezza», dove chiude al quarto posto. Pur tra molte difficoltà. «Siamo soddisfatti — commenta il presidente del Tribunale Antonella Coniglio — Facciamo circa 1.000 sentenze penali all’anno. E siamo solo in tre giudici, coadiuvati da tirocinanti con funzioni limitate. E ci hanno appena classificato come sede disagiata».
Questo perché, per due volte di seguito, il Tribunale non è riuscito a coprire i posti a concorso. continua Coniglio: «Soffriamo l’isolamento geografico e i collegamenti ferroviari peggiorano ogni anno». Dalla classifica emerge che a Belluno si litiga poco, ma è boom di truffe informatiche. «Il popolo bellunese è onesto e un po’ ingenuo — conclude Coniglio — È una cultura che trova le radici in una società felice che sta svanendo e non tutti riescono a stare al passo con questo mutamento negativo».
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