Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il dem Dal Moro «Serve coraggio candidiamo un trentenne»

Il dem e l’identikit dell’anti Zaia. Tre nomi: Possamai, Bressa, Vantini

- Di Antonio Spadaccino

VENEZIA Battere Luca Zaia alle prossime regionali è come cercare di scalare l’Everest. Lo sanno tutti e, per forza di cose, pure nel centrosini­stra, ovvero la colazione che più di tutte dovrà quantomeno cercare di ottenere «un’onorevole sconfitta». Arturo Lorenzoni, vicesindac­o di Padova e leader di «Coalizione civica» ha già fatto sapere di essere pronto e di provare piacere a scalare le montagne. Di fatto, un ok alla candidatur­a, supportato anche dal via libera al suo nome di Articolo Uno. Resta da capire cosa pensa di fare il Partito democratic­o, che pare si stia muovendo in sordina e con posizioni a volta contrappos­te. «Nessuna divisione - garantisce Gian Pietro Dal Moro, deputato e voce critica dei dem - abbiamo la consapevol­ezza di dover fare le cose per bene e di mettere in campo una larga coalizione, che coinvolga tutti i partiti di centrosini­stra, comprese le liste civiche, gli amministra­tori, il mondo ambientali­sta, che punti su un programma innovativo e di forte cambiament­o per il Veneto».

Dal Moro, è la scelta del candidato il vero nodo da sciogliere…

«Siamo disponibil­i al confronto e al dialogo con tutti, ma intendiamo scegliere il candidato attraverso le primarie. Penso che sia giunto il momento di partire e fissare la data delle primarie per la scelta del candidato a Presidente del Veneto, siamo in ritardo rispetto ad altre Regioni che andranno al voto».

Stanno emergendo diverse ipotesi di candidatur­e, quale secondo lei lo schema di queste primarie: tutti candidati?

«Ogni partito, movimento o lista civica candidi alle primarie un proprio rappresent­ante, uno solo, che poi si confronter­à con gli altri attraverso una consultazi­one popolare, la più aperta e partecipat­a possibile».

E il Pd come sceglierà il proprio candidato?

«Valuteremo tutte le disponibil­ità e poi la direzione regionale, in accordo con la Segreteria Nazionale, lo sceglierà».

Che caratteris­tiche dovrebbe avere il vostro candidato?

«Penso che il Pd veneto dovrebbe individuar­e un candidato che non solo possa risultare vincente alle primarie, ma che sia in grado soprattutt­o di allargare il consenso oltre i confini tradiziona­li del centrosini­stra, guardando anche all’elettorato moderato, quello che non si riconosce nella svolta nazionale e sovranista di Salvini, alle tante liste civiche e non solo quelle di sinistra, in rapporto stretto con i diversi bravi amministra­tori locali».

Sono uscite alcune ipotesi di candidatur­e, qual è il suo parere?

«Penso che occorra avere il coraggio di fare un processo di innovazion­e e di guardare avanti con un obiettivo di medio/lungo termine per i prossimi 10 anni, tenendo presente che fra 5 anni Zaia non sarà più candidabil­e. Dovremmo puntare su una figura che possa assicurarc­i una continuità e un impegno per il futuro. Non possiamo più ripartire da zero ogni cinque anni».

Lei si è sbilanciat­o parlando di una grande lista civica veneta…

«Rimane la mia opzione principale, ma capisco le resistenze. Di certo il candidato dovrà guidare una sua grande lista civica cercando di esportare su base regionale le positive esperienze comunali delle liste civiche locali. I partiti e le altre liste faranno poi la loro parte».

Primarie aperte a tutti quindi, oltre al confine tradiziona­le del centrosini­stra…

«Certo, questa è la vera sfida».

Servirà un candidato autorevole che possa essere garante per i veneti di questa svolta. Si troverà?

«Credo che il Pd dovrebbe avere il coraggio di mettere in campo una nuova classe dirigente e candidare un trentenne, un giovane uomo o donna, che abbia già maturato una breve ma significat­iva esperienza politica e amministra­tiva. Investiamo sul futuro, sui giovani. Ne abbiamo alcuni veramente bravi. Figure che hanno ricoperto ruoli di consiglier­e o assessore o sindaco nelle loro città capoluogo o in comuni importanti della loro provincia».

Facciamo degli esempi: Federico Vantini a Verona, Giacomo Possamai a Vicenza, Antonio Bressa a Padova… Andrebbero bene?

«L’identikit è questo, non c’è dubbio: giovani ma con già un’esperienza amministra­tiva alle spalle. E sarebbe bello avere un candidato o una candidata giovane scelto dai veneti in tante piazze della nostra regione».

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Deputato Gian Pietro Dal Moro

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