Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il dem Dal Moro «Serve coraggio candidiamo un trentenne»
Il dem e l’identikit dell’anti Zaia. Tre nomi: Possamai, Bressa, Vantini
VENEZIA Battere Luca Zaia alle prossime regionali è come cercare di scalare l’Everest. Lo sanno tutti e, per forza di cose, pure nel centrosinistra, ovvero la colazione che più di tutte dovrà quantomeno cercare di ottenere «un’onorevole sconfitta». Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova e leader di «Coalizione civica» ha già fatto sapere di essere pronto e di provare piacere a scalare le montagne. Di fatto, un ok alla candidatura, supportato anche dal via libera al suo nome di Articolo Uno. Resta da capire cosa pensa di fare il Partito democratico, che pare si stia muovendo in sordina e con posizioni a volta contrapposte. «Nessuna divisione - garantisce Gian Pietro Dal Moro, deputato e voce critica dei dem - abbiamo la consapevolezza di dover fare le cose per bene e di mettere in campo una larga coalizione, che coinvolga tutti i partiti di centrosinistra, comprese le liste civiche, gli amministratori, il mondo ambientalista, che punti su un programma innovativo e di forte cambiamento per il Veneto».
Dal Moro, è la scelta del candidato il vero nodo da sciogliere…
«Siamo disponibili al confronto e al dialogo con tutti, ma intendiamo scegliere il candidato attraverso le primarie. Penso che sia giunto il momento di partire e fissare la data delle primarie per la scelta del candidato a Presidente del Veneto, siamo in ritardo rispetto ad altre Regioni che andranno al voto».
Stanno emergendo diverse ipotesi di candidature, quale secondo lei lo schema di queste primarie: tutti candidati?
«Ogni partito, movimento o lista civica candidi alle primarie un proprio rappresentante, uno solo, che poi si confronterà con gli altri attraverso una consultazione popolare, la più aperta e partecipata possibile».
E il Pd come sceglierà il proprio candidato?
«Valuteremo tutte le disponibilità e poi la direzione regionale, in accordo con la Segreteria Nazionale, lo sceglierà».
Che caratteristiche dovrebbe avere il vostro candidato?
«Penso che il Pd veneto dovrebbe individuare un candidato che non solo possa risultare vincente alle primarie, ma che sia in grado soprattutto di allargare il consenso oltre i confini tradizionali del centrosinistra, guardando anche all’elettorato moderato, quello che non si riconosce nella svolta nazionale e sovranista di Salvini, alle tante liste civiche e non solo quelle di sinistra, in rapporto stretto con i diversi bravi amministratori locali».
Sono uscite alcune ipotesi di candidature, qual è il suo parere?
«Penso che occorra avere il coraggio di fare un processo di innovazione e di guardare avanti con un obiettivo di medio/lungo termine per i prossimi 10 anni, tenendo presente che fra 5 anni Zaia non sarà più candidabile. Dovremmo puntare su una figura che possa assicurarci una continuità e un impegno per il futuro. Non possiamo più ripartire da zero ogni cinque anni».
Lei si è sbilanciato parlando di una grande lista civica veneta…
«Rimane la mia opzione principale, ma capisco le resistenze. Di certo il candidato dovrà guidare una sua grande lista civica cercando di esportare su base regionale le positive esperienze comunali delle liste civiche locali. I partiti e le altre liste faranno poi la loro parte».
Primarie aperte a tutti quindi, oltre al confine tradizionale del centrosinistra…
«Certo, questa è la vera sfida».
Servirà un candidato autorevole che possa essere garante per i veneti di questa svolta. Si troverà?
«Credo che il Pd dovrebbe avere il coraggio di mettere in campo una nuova classe dirigente e candidare un trentenne, un giovane uomo o donna, che abbia già maturato una breve ma significativa esperienza politica e amministrativa. Investiamo sul futuro, sui giovani. Ne abbiamo alcuni veramente bravi. Figure che hanno ricoperto ruoli di consigliere o assessore o sindaco nelle loro città capoluogo o in comuni importanti della loro provincia».
Facciamo degli esempi: Federico Vantini a Verona, Giacomo Possamai a Vicenza, Antonio Bressa a Padova… Andrebbero bene?
«L’identikit è questo, non c’è dubbio: giovani ma con già un’esperienza amministrativa alle spalle. E sarebbe bello avere un candidato o una candidata giovane scelto dai veneti in tante piazze della nostra regione».