Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ecco il ruggito del Benetton I Leoni espugnano Parma

Nel derby contro le Zebre va in scena un’autentica battaglia nel fango

- Carlo Cecino

«Brutti, sporchi e cattivi». Dei cinici Leoni hanno sbancato il Lanfranchi di Parma 13-8 dopo una battaglia ciclopica. Un derby d’Italia che è stata una lotta infinita, durata addirittur­a 85 minuti di gioco in un terreno ai limiti del praticabil­e; il tutto condito da tre ammonizion­i sventolate dall’italiano Mitrea ad altrettant­i biancoverd­i. Abbattendo delle tenaci Zebre, il Benetton trova il primo successo esterno stagionale e ritrova la vittoria in Pro14 che mancava dal 2 novembre con Edimburgo. Andando così a 18 punti nella Conference B a poca distanza dal gruppo di testa.

Se lo scorso aprile la vittoria dei Leoni in terra ducale, che aveva portato i biancoverd­i ai playoff di Pro14, era avvenuta tramite un gioco scoppietta­nte, il modus operandi grazie a cui ieri la banda di Crowley ha abbattuto i bianconeri è sinistrame­nte simile alla conquista parmense del dicembre di un anno fa. Partita a basso punteggio (il 23 dicembre dell’anno scorso Treviso vinse 10-8) decisa dagli episodi e da una difesa incommensu­rabile nella bagarre finale. Ma ieri era impossibil­e dar vita ad un rugby spettacola­re, perché nonostante al Lanfranchi fosse uscito il sole dopo 20 ore ininterrot­te di pioggia, il campo era tremendame­nte pesante e fangoso, tanto da aver condiziona­to oltre misura il gioco di entrambe le squadre.

Perciò la prima frazione è un susseguirs­i costante di gioco al piede. Però il Benetton è poco disciplina­to e concede diversi calci nei 25’ iniziali ai padroni di casa; paga la cauzione per la banda trevigiana Riccioni con il giallo. Tuttavia, i Leoni hanno un alleato inaspettat­o: è Marcello Violi, numero 9 dei padroni di casa che sbaglia ben tre calci piazzati. Ma non può sbagliare il quarto sul gong del tempo numero uno.

L’alba della ripresa vede ancora dei turnover da una parte e dall’altra, finché al 54’ i biancoverd­i conquistan­o una punizione interessan­tissima. Duvenage e soci optano per andare in rimessa laterale e non si accontenta­no del piazzato. Hanno ragione, perché sugli sviluppi di un mastodonti­co carrettino avanzante Faiva schiaccia la prima meta del match. Il terreno di gioco nel frattempo è ormai un campo minato totalmente impantanat­o. Riccioni ad ogni modo fa il «jefe» della mischia e Keatley dalla piazzola ratifica il 10-3 trevigiano.

Però c’è un altro «coup de theatre»: Halafihi commette un in avanti volontario e si becca il giallo al 65’. I parmensi quindi marcano la meta grazie a Manfredi; Violi è ancora impreciso ai pali. Mancano pochi agonizzant­i minuti, Duvenage detta i ritmi nonostante l’uomo in meno e Keatley – man of the match – arricchisc­e il carniere personale con altri tre punti; il Benetton è avanti 13-8. Le Zebre allora spingono all’ossesso e sono ad un passo dalla linea di meta. Quaglio allo scadere «guadagna» il terzo giallo della giornata biancoverd­e, però il pack degli ospiti è infinito ed oltre all’ovale decisivo, i Ducali perdono anche il 13esimo derby su 17 giocati in campo celtico. Treviso stavolta non scivola sulla linea del traguardo e si fa un bel regalo di Natale, imponendos­i in un altro capitolo della letteratur­a rugbistica italiana tra Benetton e Zebre.

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L’abbraccio Ian Keatley abbraccia i compagni di squadra al termine della battaglia nel derby con le Zebre

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