Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dramma nel Veronese, l’ipotesi di una rapina
Titolare di una ricevitoria ucciso a sprangate dal bandito
LEGNAGO (VERONA) È stato ucciso a sprangate nella sua sala slot e scommesse, la «Qui Gioco» a due passi dal centro di Legnago, in provincia di Verona. L’omicidio è avvenuto domenica sera e la vittima, Mario Piozzi, 60enne originario di Quinzano d’Oglio (Brescia) ma da alcuni anni residente nella cittadina veneta, è morto dopo essere stato trasportato in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. Sulle cause e la dinamica dell’omicidio si sta indagando. Potrebbe trattarsi di una rapina finita male.
LEGNAGO (VERONA) È stato ucciso a sprangate nella sua sala slot e scommesse, la «Qui Gioco» a due passi dal centro di Legnago, in provincia di Verona.
L’omicidio è avvenuto domenica sera e la vittima, Mario Piozzi, 59 anni, originario di Quinzano d’Oglio (Brescia) ma da alcuni anni residente nella cittadina veneta, è morto dopo essere stato trasportato in ospedale dai soccorritori di Verona Emergenza, a causa delle gravi ferite riportate. Sulle cause e la dinamica dell’omicidio stanno ora indagando i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Verona insieme ai militati della compagnia di Legnago che hanno provveduto a mettere i sigilli all’esterno del locale che è stato sottoposto a sequestro.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, Piozzi è rimasto ucciso a seguito di una rapina. Intorno alle 22 di domenica, l’aggressore, dopo essersi fatto aprire la porta del retro della sala slot, sarebbe entrato con il volto coperto e armato di un bastone o di una spranga colpendo in alla testa il 60enne provocandogli un trauma cranico. Successivamente, si è diretto verso la cassa trafugando l’incasso, circa tremila euro, per poi far perdere le proprie tracce. A scoprire il corpo riverso in una pozza di sangue, sarebbe stata, poco meno di un’ora dopo l’aggressione, la figlia della socia in affari di Piozzi, una donna di origine romena che abita nella stessa palazzina.
La pista battuta dagli inquirenti, per ora, gira attorno ai frequentatori del locale di scommesse. Il responsabile dell’omicidio potrebbe essere uno degli abitué della sala slot, una persona che la vittima forse conosceva. Gli investigatori stanno inoltre visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per raccogliere elementi utili all’individuazione del responsabile. «Sono ancora scombussolata. Non meritava di morire a bastonate Era una brava persona». dice Paola Corradini, proprietaria del locale gestito da Mario Piozzi. «Era un gran lavoratore – prosegue. Si spaccava la schiena. Faceva il doppio lavoro. Lasciavo perdere quando era in ritardo con i pagamenti. Eravamo
amici. Se gli chiedevo un piacere, me lo faceva sempre. Lo sapevano tutti che quella sala slot era in deficit; non capisco quelli che hanno fatto la rapina cosa cercassero».
Anche i residenti del posto sono senza parole. «Saranno state le 22-22.15, c’erano l’ambulanza e i carabinieri. Sono venuti a chiedermi se avessi visto un uomo fuggire» racconta Stefano Frisoni, titolare di un ristorante dall’altra parte della strada. Sul posto, c’è anche uno dei residenti del palazzo al civico 18 accanto alla sala slot dove abitava anche Piozzi: «Lo conoscevo di vista.
Stava davanti al suo locale a fumare e ci salutavamo - dice era arrivato da poco e aveva avuto in gestione il locale». L’uomo aggiunge inoltre che nella sala «si può entrare dal retro» mostrando la porta secondaria all’interno del palazzo dalla quale, secondo le prime indagini dei carabinieri, l’omicida sarebbe passato.
Mario Piozzi aveva lasciato Quinzano appena trentenne per gestire una tabaccheria e poi alcuni bar, prima di trasferirsi a Legnago. In provincia di Brescia vive il fratello della vittima, Andrea: «I carabinieri ci hanno detto che tutte le piste sono aperte. Potrebbe trattarsi di una rapina, di qualche scommettitore che ha perso soldi o di chissacché... Secondo alcune indiscrezioni, le telecamere interne avrebbero ripreso un uomo incappucciato».