Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Privato, la spesa è crollata di 53 milioni «Nel pubblico l’80% delle prestazioni»
VENEZIA Lo avevano anticipato ad agosto alcuni ambulatori accreditati, con avvisi affissi in accettazione: «E’ finito il budget assegnato dalla Regione, non si eseguono più prestazioni in regime di convenzione». E ora, a fronte delle accuse di «privatizzare il sistema sanitario» lanciate dall’opposizione, il governatore Luca Zaia conferma: «Dal 2010 al 2018 la spesa per il privato accreditato, forte di 26 ospedali contro i 68 del pubblico, è scesa complessivamente da 861 a 808 milioni di euro, pari a un 6% in meno. Dico di più: il budget al privato per le prestazioni di specialistica ambulatoriale è stato ridotto in questi dieci anni da 129 a 116 milioni di euro. Il pubblico infatti se prima garantiva il 73% di visite ed esami, ora copre l’84% del totale, quindi le strutture convenzionate hanno contratto l’attività dal 27% al 16%. Chi dice che stiamo smantellando il sistema pubblico per consegnarlo al privato, mente — insiste il presidente —. In realtà il Veneto è l’ultima Regione per spesa pro capite nell’accreditato, con 123 euro. Erano 135 nel 2010».
Tutto a ciò a fronte della ricognizione effettuata da Azienda Zero e dalla quale emerge anche che nel 2018 gli ospedali pubblici hanno registrato oltre 553mila ricoveri, ovvero l’80% del totale, contro i 124mila rilevati nel privato. «In particolare il pubblico si occupa degli interventi chirurgici ad alta complessità — illustra Domenico Mantoan, direttore generale di Sanità e Sociale — il rapporto con il privato è di 4 a 1. Noi seguiamo i casi più complessi, provenienti anche dal resto d’Italia, tanto è vero che la mobilità, cioè il flusso di pazienti in arrivo da fuori regione rispetto a quello in uscita, è sempre in attivo». Precisamente di 170 milioni di euro dal resto del Paese e di 20 milioni dall’estero. Pd e Leu in commissione Sanità hanno obiettato che «i posti letto nel privato sono aumentati». «E’ un concetto che va spiegato — chiarisce Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità — i letti per acuti sono diminuiti di 152 unità, proprio perché è il pubblico ad occuparsi dei casi più complessi. Al privato abbiamo affidato Riabilitazione e Lungodegenze, che hanno guadagnato 312 letti, per un saldo positivo di +160 posti letto. Ma attenzione, un letto per acuti costa 400 euro al giorno, contro i 200 di uno in Riabilitazione, quindi non c’è stato alcun aggravio di spesa. Noi curiamo tutti e non certo per business».
E qui Zaia tiene a sottolineare: «Il privato i conti li fa, compra solo attrezzature che sa di poter ammortizzare con l’uso. Noi no, acquistiamo quello che serve a curare la gente, investendo 70 milioni di euro l’anno in tecnologia, che paghiamo un 20%-30% in più del privato, ed è il motivo per cui c’è il ticket». Il doppio ticket in realtà (i 36,15 euro di base più i 10 sulla specialistica, tolti dal Veneto ai redditi più bassi), che rende più convenienti nel privato puro gli esami del sangue, le prime visite e quelle di controllo.
Lanzarin Curiamo tutti e investiamo 70 milioni all’anno in tecnologia
Mantoan I nostri ospedali seguono tutti i casi ad alta complessità