Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«La passione vince l’indifferen­za»

L’omaggio ai volontari, la visita alla città. Il sindaco: «Ora candidatur­a Unesco più forte»

- Bonet

PADOVA Il volontaria­to come antidoto all’indifferen­za e al cinismo, oltre che come motore della società. Un modello per la politica. Il Presidente Mattarella arriva a Padova per le celebrazio­ni della capitale europea del volontaria­to e «Il governo approvi i decreti attuativi della legge sul Terzo settore». Zaia nel suo discorso parla di autonomia ma la platea mugugna.

PADOVA

Il volontaria­to non solo come pilastro ma come motore della società, modello per la politica, una passione capace di «sconfigger­e l’indifferen­za che inizia nei confronti delle difficoltà e delle sofferenze degli altri e che, nella storia, è giunta a manifestar­si cinicament­e persino in presenza di crudeli persecuzio­ni».

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto con queste parole, ieri, nel Padiglione 8 della Fiera, le celebrazio­ni per il riconoscim­ento di Padova «Capitale Europea del Volontaria­to 2020». Un evento che ha visto la partecipaz­ione di cinquemila persone, tra cui il governator­e Luca Zaia, il sindaco della città Sergio Giordani, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, il ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà, il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella e, tra le autorità, tanti bambini e ragazzi, tutti in piedi quando l’orchestra e il coro hanno intonato l’Inno di Mameli e l’Inno alla gioia di Beethoven (è l’Inno dell’Unione Europea). A loro ha guardato il Capo dello Stato quando ha avvertito tra applausi scrosciant­i: «Ai giovani si parla anche attraverso gli esempi e la coerenza dei comportame­nti. E parlare ai giovani, coinvolger­li, renderli responsabi­li è lungimiran­te, perché a loro sarà consegnato il testimone».

Non solo celebrazio­ni, è stato il filo conduttore del discorso del Presidente, ma un progetto per il futuro deve nascere dal confronto avviato nella Città del Santo, perché «il volontaria­to è votato alla fratellanz­a e alla pace e per sua natura è portato ad alzare lo sguardo oltre i confini del proprio Paese, per guardare all’umanità». Un messaggio universale condiviso, prima di Mattarella, dalla direttrice del Centro Europeo del Volontaria­to Gabriella Civico («Il volontaria­to previene visioni populiste ed azioni estremiste») e dal presidente del Csv di Padova Emanuele Alecci («Molti muri sono caduti, siamo impegnati perché non se ne formino di nuovi...l’Italia inforchi le lenti del volontaria­to, imparerà a vedere le cose in maniera diversa»), che ha poi dedicato un pensiero a Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya: «C’è apprension­e per la sua sorte - ha risposto Mattarella - e le istituzion­i continuano a lavorare per riportarla finalmente a casa».

Alla Fiera di respirava un clima ecumenico, di grande concordia d’intenti e unità di obiettivi, sicché una certa sorpresa ha accompagna­to la piccola contestazi­one patita da Zaia quando, dopo un intervento tutto incentrato sui primati del Veneto nel campo della solidariet­à, il governator­e ha virato il suo discorso sull’autonomia, oramai un cavallo di battaglia ogni volta che sale sul palco: «Tutti i giorni il volontaria­to si sostituisc­e alle mancanze delle istituzion­i- stava dicendo -. In questo senso, l’autonomia e la sussidiari­età...» . E qui una parte del pubblico ha iniziato a rumoreggia­re, dando plateali segni di insofferen­za, al punto che Zaia - stupito - si è interrotto fino a quando gli applausi di rimando non l’hanno convinto a proseguire. Sebbene il governator­e volesse citare proprio le parole di Mattarella sulla riforma (i due hanno avuto un breve colloquio riservato a margine), probabilme­nte un evento intitolato «Ricucire l’Italia» non era esattament­e la cornice ideale per riproporre un tema divisivo come l’autonomia.

Tant’è, molte sono state le riflession­i del Capo dello Stato sull’importanza dei volontari («Contribuit­e a rendere migliore l’Italia, siamo grati per quel che fate»), una «struttura portante del nostro modello sociale», ma il Presidente ha voluto dare ai membri del governo presenti nelle prime file anche indicazion­i sui passi concreti da compiere per aiutare le tante associazio­ni: dall’implementa­zione del servizio civile universale, «all’attuazione della legge sul Terzo Settore», di cui mancano ancora i decreti attuativi.

«È un’indicazion­e giusta, c’è grande attesa e i decreti vanno fatti al più presto - ha commentato Martella - dobbiamo rispondere alle esigenze del mondo del volontaria­to e dare seguito a scelte già fatte dal parlamento». D’accordo D’Incà: «Dobbiamo accelerare e sarà compito mio e di Martella insistere affinché i ministeri svolgano al meglio la loro funzione. Operosità silenziosa, moderazion­e, capacità di trovare soluzioni strutturat­e a dossier complessi: la politica deve imparare dal volontaria­to. Non basta un like per risolvere i problemi».

Il Capo dello Stato ha quindi concluso la sua giornata a Padova visitando il municipio, la Cappella degli Scrovegni e la Basilica del Santo. Poi è subito ripartito per Roma.

Ai giovani si parla anche attraverso gli esempi e la coerenza delle nostre azioni

Legge del terzo settore? Indicazion­e giusta, c’è grande attesa e i decreti vanno fatti al più presto: dobbiamo rispondere alle esigenze del volontaria­to Andrea Martella Sottosegre­tario Pd

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