Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Regionali, tattiche leghiste e tormenti Pd

Venetisti su Brazzale, Cappellett­i agita il M5s

- Ma. Bo.

VENEZIA La Lega tiene sulle spine Forza Italia e Fratelli d’Italia, che replicano: «Macché corsa solitaria, si va insieme». Il Pd non riesce a trovare un candidato da opporre a Zaia. La discesa in campo dell’ex senatore Cappellett­i agita la base M5s mentre l’imprendito­re Brazzale corre per gli indipenden­tisti. Sono iniziate le grandi manovre.

VENEZIA Mancano poco più di tre mesi alle elezioni Regionali (data presunta il 24 maggio; c’è chi dice il 31 ma una chiamata alle urne durante un ponte feriale non si è mai vista prima) e nei partiti si intensific­ano le manovre per la scelta dei candidati presidente, degli aspiranti consiglier­i, delle alleanze.

La Lega dorme sonni tranquilli: il campione è in casa, si chiama Luca Zaia, e questo risolve un bel po’ di problemi. Quelli seri sono semmai sui territori, dove vista l’annunciata man bassa di scranni è guerra per accaparrar­si un posto nelle tre liste in via di allestimen­to (Lega, lista Zaia e lista degli amministra­tori). Gli uscenti sono a caccia della riconferma, gli Zaia-boys esclusi dal giro delle Politiche scalpitano, molti sindaci chiedono di essere della partita. Un bel rebus. Quanto alle alleanze, come ad ogni elezione puntualmen­te è ripartito il leit motiv«si va da soli». Un sistema rodato per scaldare i motori, compattare la base, tenere sulla corda Forza Italia e Fratelli d’Italia, che qui - lo sanno pure loro - non sono decisivi. Il punto è che la Lega, se vuole arrivare al governo domani, deve tenere tutti insieme fin da oggi, non può sperare di farcela se alimenta divisioni sui territori. «Ne ho parlato con Meloni qualche giorno fa, c’è un patto nazionale è sarà rispettato» ha detto Sergio Berlato nel giorno in cui si è dimesso da coordinato­re (a proposito: ieri è stato nominato al suo posto Luca De Carlo, deputato e sindaco di Calalzo). E anche Michele Zuin, coordinato­re di Forza Italia, conferma: «Mercoledì ho visto Berlusconi a Roma, non ci sono cambi di rotta. Capisco che i leghisti chiedano garanzie, ad esempio sull’autonomia, ed è giusto che le abbiano. Ma se andiamo uniti in Liguria, Puglia, Toscana, Campania, Marche, perché non in Veneto?». In realtà più che gli azzurri, i leghisti temono i «Fratelli», in rapida ascesa: «Stanno facendo campagna acquisti tra ex leghisti, post fascisti, vecchi democristi­ani - spiega un colonnello che garanzie ci danno in termini di tenuta in aula? Vogliamo una squadra compatta». Fino al contrordin­e di Salvini e Zaia, comunque atteso non appena le trattative a livello nazionale entreranno nel vivo, si va quindi avanti così, con cadenzati avvisi ai naviganti affinché «stiano in campana».

Nel centrosini­stra continuano i tavoli interlocut­ori (uno si è tenuto pure ieri) nella speranza che il Pd decida il da farsi. Le prospettiv­e sono sempre quelle: presentare un proprio candidato (in corsa il capogruppo Stefano Fracasso) oppure convergere su una figura civica (il vicesindac­o di Padova Arturo Lorenzoni). I sostenitor­i della prima soluzione sono pronti alle primarie di coalizione, ma per fare le primarie occorre che il Pd sostenga unito il suo uomo, Fracasso, il che non è visto che pezzi importanti dei dem sostengono apertament­e Lorenzoni nel nome dell’apertura ai «mondi altri». Un terzo nome che metta tutti d’accordo? Al momento non c’è. Siamo allo stallo. E dalla scelta di appoggiare o meno Lorenzoni, considerat­o «troppo di sinistra» dipende pure la scelta di «renziani», «calendiani», +Europa: se così sarà, loro si sgancerann­o.

I Cinque Stelle (o meglio, i vertici dei Cinque Stelle) puntano sull’ex senatore vicentino Enrico Cappellett­i - che ancora non ha sciolto le riserve e comunque dovrebbe sottoporsi al voto su Rousseau ma devono superare le perplessit­à di una parte della base che vede male la candidatur­a di un ex leghista (Cappellett­i provò ad entrare alla Camera nel lontano 1996), «imposto dall’alto» e per di più con due mandati alle spalle, visto che prima che senatore è stato consiglier­e di circoscriz­ione a Vicenza (ma secondo le nuove regole questo varrebbe come «mandato zero»). Cappellett­i è il braccio destro al Viminale di Vito Crimi, il nuovo capo politico del Movimento, e questo di sicuro aiuta.

Infine, il Partito dei Veneti. Il nome a cui stanno lavorando da settimane è quello di Roberto Brazzale, imprendito­re di Zanè che insieme ai fratelli gestisce l’impero del burro e dei formaggi. La famiglia lo sconsiglia vivamente, lui è affascinat­o all’idea. In alternativ­a, gli indipenden­tisti punterebbe­ro su Matteo Macilotti, sindaco di Chiampo.

 Zuin Ho visto Berlusconi, la Lega scalpita ma non andrà da sola

 Berlato Un patto nazionale unisce i partiti di centrodest­ra

 ??  ?? Indipenden­tisti
Roberto Brazzale, imprendito­re, potrebbe guidare il Partito dei Veneti
Indipenden­tisti Roberto Brazzale, imprendito­re, potrebbe guidare il Partito dei Veneti
 ??  ?? Centrodest­ra
Luca Zaia, governator­e uscente, si ripresenta per un terzo mandato
Centrodest­ra Luca Zaia, governator­e uscente, si ripresenta per un terzo mandato
 ??  ?? Movimento 5 Stelle
Enrico Cappellett­i, ex senatore, si sottoporrà al voto su Rousseau
Movimento 5 Stelle Enrico Cappellett­i, ex senatore, si sottoporrà al voto su Rousseau
 ??  ?? Centrosini­stra
Arturo Lorenzoni, vicesindac­o di Padova, ha estrazione civica
Centrosini­stra Arturo Lorenzoni, vicesindac­o di Padova, ha estrazione civica

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy