Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Berco, dopo la cig il timore Coronavirus
L’azienda meccanica lamenta ritardi nelle forniture provenienti dalla Cina
CASTELFRANCO Sulle già complesse trattative sindacali alla Berco di Castelfranco cala l’ombra del Coronavirus che sta rendendo sempre più difficili le previsioni sulle forniture cinesi. L’azienda infatti non sembra intenzionata a fare marcia indietro sulla richiesta di cassa integrazione per i 229 operai dello stabilimento di Castelfranco anche in virtù delle difficili previsioni sul settore metalmeccanico nel prossimo futuro.
Piero Bruno, amministratore delegato di Berco, il gruppo metalmeccanico di Copparo (Ferrara) che controlla lo stabilimento di Castelfranco Veneto, fa sapere infatti che «c’è il rischio di blocco di forniture cinesi» e che questo potrebbe comportare dei rallentamenti nella programmazione della produzione. Per capire quanto il virus possa influire sulle forniture dell’azienda di cingolati bisognerà aspettare la terza settimana di febbraio che «sarà decisiva per vedere le conseguenze delle mancate spedizione via nave dalla Cina».
Anche per questo l’azienda, pur dichiarando di voler mantenere aperto il tavolo con i sindacati, ha spiegato che sceglierà «l’ammortizzatore sociale che garantisce la maggiore flessibilità» e dunque insisterà sulla cassaintegrazione per tutti piuttosto che sulla solidarietà per alcune decine di dipendenti.
I sindacati dunque mantengono lo stato di agitazione ritenendo incomprensibili la richiesta della dirigenza aziendale di procedere alla cassaintegrazione.
Anche se il settore della metalmeccanica sta attraversando un periodo non roseo tanto che la stessa Berco è passata da 290 a 229 dipendenti sfruttando alcuni prepensionamenti e mettendo fine ai contratti a termine ed interinali, l’ultimo esercizio dell’azienda di Ferrara si è chiuso con ricavi per 406 milioni, cioè con una crescita del 2% su quello precedente grazie anche alla diversificazione dei clienti.