Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lavora sotto il sole Muore dopo 4 mesi per il colpo di calore

Tragica fine per un bracciante, non si era più ripreso

- Milvana Citter

TREVISO La perizia medico legale conferma che il bracciante agricolo Florin Pogol è morto per il caldo.

Il dottor Antonello Cirnelli, incaricato dalla procura di effettuare l’autopsia, ha stabilito che l’arresto cardiaco e le successive complicanz­e che nell’arco di quattro mesi hanno portato alla morte del 50enne romeno sono dovute a una grave ipertermia.

La perizia sul decesso del bracciante, appena arrivata in tribunale, si è trasformat­a, per mano del sostituto procurator­e Paolo Fietta, in un fascicolo a carico di ignoti, con ipotesi di reato di omicidio colposo. Il pm ha già disposto ulteriori accertamen­ti per chiarire se vi siano responsabi­lità di terzi nell’infortunio e nel successivo decesso dell’uomo.

Pogol si era sentito male nel luglio scorso mentre stava lavorando in un fondo agricolo nelle campagne dell’hinterland di Treviso. Insieme ai colleghi dell’azienda agricola della quale era dipendente, stava lavorando alla preparazio­ne del terreno per l’impianto di un vigneto. Erano da poco passate le 12, le temperatur­e erano altissime e Florin stava lavorando sotto il sole cocente. Indossava dei pantaloni lunghi e una canotta.

All’improvviso, era stramazzat­o al suolo perdendo conoscenza. Subito soccorso dai sanitari del Suem 118, era stato trasferito in ospedale in condizioni critiche. Al suo arrivo i medici avevano registrato una temperatur­a di 41 gradi e accertato la rabdomioli­si, cioè la rottura dei tessuti muscolari. Chiari sintomi dell’ipertermia provocata dalla lunga esposizion­e al sole e alle temperatur­e elevate. Un quadro clinico gravissimo che era sembrato migliorare dopo le cure e una lunga degenza. Ma il bracciante non si era mai ripreso del tutto ed erano seguiti altri ricoveri, fino a settembre, quando era tornato definitiva­mente in ospedale e quando le sue condizioni si sono fatte irreversib­ili.

Il 50enne non si è infatti mai ripreso e a novembre è sopraggiun­to il decesso per uno choc settico che ha colpito molti dei suoi organi. Causa della morte che, secondo Cirnelli, va riferita senza dubbio all’ipertermia. Per questo la procura intende ora far luce sulle condizioni di lavoro del bracciante e accertare se vi siano state violazioni delle norme di sicurezza che prevedono che, quando le temperatur­e superano determinat­i livelli, l’attività all’aperto debba essere sospesa. Del caso si stanno occupando anche gli ispettori dello Spisal.

L’autopsia

L’esame ha confermato che l’uomo è morto in seguito a un colpo di calore

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