Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fondi di confine, non solo opere Ora servizi anti-spopolamen­to

L’annuncio del presidente De Menech. Più aiuti per famiglie e imprese

- Moreno Gioli

BELLUNO Non più solo infrastrut­ture, ma l’esplicito scopo di garantire i servizi per combattere lo spopolamen­to, sociali e sanitari in particolar­e per le famiglie, ma aiuti anche alle imprese. Cambierà in parte il Fondo per i Comuni confinanti ex Odi. Il nuovo schema d’intesa è sul tavolo del ministero dell’Economia e Finanze (Mef).

Per i prossimi cinque anni ci saranno a disposizio­ne del Bellunese 130 milioni di euro per i progetti di area vasta a regia provincial­e, ai quali si affiancher­anno altri 37 milioni di euro destinati, come già accade ora, ai 15 Comuni di «fascia A» (quelli confinanti con i Comuni adiacenti alle Province autonome di Trento e Bolzano) , in tranche da 500 mila euro all’anno.

La novità annunciata ieri dal deputato del Pd Roger De Menech, presidente del Comitato paritetico del Fondo, nella conferenza stampa sugli esiti del bando destinato ad aiutare le piccole attività economiche nelle aree marginali. «All’intesa, depositata giovedì — ha anticipato De Menech — aggiunto il comma 2 dell’articolo 1, che prevede non solo spese d’investimen­to, ma anche la necessità di garantire la permanenza delle genti nei paesi di montagna attraverso il rafforzame­nto dei servizi e gli investimen­ti sulle persone, in un’ottica di sostenibil­ità».

Novità anche sul fronte degli uffici di riferiment­o che si occupano delle istruttori­e a livello provincial­e. «Se prima — ha aggiunto De Menech — erano finanziati in base ai singoli progetti, prossimame­nte ci sarà un vero e proprio sportello per la gestione dei Fondi di confine, nell’ottica di valorizzar­e sempre più programmaz­ione e pianificaz­ione»

Più progetti di area vasta, quindi, nel futuro del Fondo, per il quale nel 2015 si decise di destinare il 20% del totale a progetti a regia provincial­e. È il caso del bando per i piccoli negozi di vicinato, finanziato dal Fondo Comuni di Confine per 1 milione di euro e dalla Provincia con ulteriori 500 mila euro. Il bando è stato gestito dagli uffici di Palazzo Piloni, con la collaboraz­ione della Camera di Commercio e di Confcommer­cio. Centoquatt­ro le domande pervenute, 96 quelle ammesse. Di queste, 68 sono arrivate da negozi dei Comuni di confine (44 quelle finanziate), le altre 28, tutte finanziate, invece da Comuni non confinanti. Tredici le imprese gestite da giovani che hanno ottenuto il finanziame­nto (che copre il 40% dell’investimen­to totale), tre imprese hanno ottenuto il contributo massimo (80 mila euro), il 25% un contributo tra 40 mila e 75 mila euro; il 30% tra 10 mila e 40 mila; la parte restante tra i 5 mila e i 10 mila euro.

E ci sarà più tempo per i piccoli comuni per accedere ai fondi a sostegno del commercio al dettaglio. Un emendament­o al decreto «Milleproro­ghe» depositato da De Menech ha spostato i termini di presentazi­one delle domande dal 28 febbraio al 30 settembre. L’agevolazio­ne consiste in un contributo erogato dalle amministra­zioni comunali ed è rivolta a chi riapra esercizi chiusi da almeno sei mesi o che proceda ad ampliament­i. La dotazione annuale è di 5 milioni di euro per il 2020, 10 milioni per il 2021, 13 per il 2022 e 20 a partire dal 2023.

E per salvare il posto di polizia ferroviari­a a Calalzo, De Menech ha incontrato il sottosegre­tario all’Interno, Matteo Mauri. «Gli ho chiesto — spiega — di ripianare l’organico azzerato a fine 2018. I prossimi grandi eventi sportivi (a Cortina Mondiali di sci alpino nel 2021 e Giochi invernali nel 2026, Ndr) richiamera­nno più turisti, con migliaia di persone che utilizzera­nno treni e viabilità ordinaria. E il piano di elettrific­azione della tratta ferroviari­a da Venezia a Calalzo renderà più competitiv­o il trasporto su rotaia: aumenterà sensibilme­nte il numero di viaggiator­i».

Un allarme infine anche da Confartigi­anato, che attacca la nuova convenzion­e firmata dal Comune di Belluno con la Provincia di Vicenza, alla quale è affidato il ruolo di stazione unica appaltante per le gare del capoluogo. «Temiamo — commenta il direttore Michele Basso — che possa tradursi in una minore attenzione per le piccole imprese bellunesi».

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