Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Occasioni perse con Vaia «Legname schiantato, a Bolzano venduto meglio»
BELLUNO «Vaia non è stato un evento isolato, ma è strettamente collegato a quello che è accaduto prima e dopo, dall’acqua lata a Venezia ai tragici incendi australiani. I cambiamenti climatici, sempre più rapidi, ci impongono un cambio di paradigma nel nostro modo di vivere la Terra, perché abbiamo superato il limite». Questa la tesi di fondo de «Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite», il libro scritto a quattro mani dal sociologo bellunese Diego Cason e dal ricercatore trentino Michele Nardelli, presentato ieri pomeriggio in una stracolma sala «Affreschi» a Palazzo Piloni.
Un libro frutto di decine di viaggi e incontri all’indomani della tempesta «Vaia» che il 29 ottobre 2018 sconvolse il territorio di cinque province a cauna vallo tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli.
La presentazione è stata l’occasione per parlare anche di risposta alla catastrofe. «Ci sono stati sicuramente episodi di grande impegno da parte di tutti — ha commentato Nardelli — ma si è persa l’occasione per un vero coordinamento tra le province coinvolte. Perché non si è messa in piedi una task-force per coordinare risposta univoca?».
Ha aggiunto Cason: «Invece ogni amministrazione è andata avanti per conto suo, mettendo a nudo anche la differenza di organizzazione».
Per esempio Il Veneto ha venduto il suo legname schiantato a 20 euro al metro cubo, la Provincia di Trento ha spuntato un prezzo più che doppio. A Bolzano, addirittura, il prezzo medio è stato di 68 euro al metro cubo. «Eppure il legno venduto è lo stesso — ha aggiunto Cason — ma qui non abbiamo più una filiera del legno, né un distretto forestale. Per un territorio come il nostro è una follia».
Il paradosso È uguale, ma lì il prezzo 68 euro a metro cubo, qui 20