Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vinitaly rinviato a giugno «Scommettiamo sulla ripresa»
Le restrizioni imposte da Trump inducono VeronaFiere a spostare l’appuntamento: «Si farà insieme a Cosmoprof e Salone del Mobile»
VERONA Anche il Vinitaly si piega alla dura legge del coronavirus. Il CdA di VeronaFiere ha deciso ieri, al termine dell’ennesima riunione sull’argomento, di spostare la rassegna internazionale del vino da aprile a giugno (14-17), quando si terrà insieme con Salone del Mobile e Cosmoprof. Ad aprile, infatti, sarebbero mancati i principali buyer americani e cinesi.
VERONA Vinitaly 2020 è rinviato al prossimo 14 giugno. Quello che doveva simboleggiare il segnale della ripresa, da ieri è una riprova di quanto sia pesante l’emergenza, anche economica, creata dal coronavirus.
Giusto una settimana fa, i vertici di VeronaFiere avevano annunciato la conferma delle date previste per la rassegna: dal 19 al 22 aprile. E in un’intervista al nostro giornale, il direttore generale, Giovanni Mantovani, aveva sottolineato sabato scorso l’importanza di quella decisione, indicando proprio il 19 aprile come possibile «punto di svolta» positivo, «ben al di là dei cancelli fieristici, per tutta l’economia italiana». Ieri, però, lo stesso Mantovani, al termine di una ennesima riunione del CdA, ha dovuto annunciare che «in considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale, che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, VeronaFiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020».
Perché questa nuova decisione? Mantovani aveva spiegato come, soprattutto dagli Usa, fossero arrivati alcuni dei segnali positivi che avevano portato a confermare le date di aprile, sottolineando, ad esempio, che i protagonisti americani di OperaWine, l’evento che accompagna la rassegna, stessero già prenotando alberghi e ristoranti di Verona. Successivamente, però, Donald Trump annunciava nuove restrizioni nei voli verso l’Italia, facendo salire il livello d’allerta per il nostro Paese al livello 4 (il più alto) e chiedendo a tutti gli americani di evitare «i voli verso l’Italia, a meno che non siano strettamente necessari». Mentre la situazione si complicava anche in tutta Europa, i vertici di VeronaFiere hanno dovuto rivedere le loro posizioni, riaprendo il confronto con gli operatori e le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo. Mantovani, ieri, ha spiegato che «Vinitaly, insieme ad OperaWine, si svolgerà in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone
del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia».
Secondo il presidente di VeronaFiere, Maurizio Danese,
«lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali di Milano e Bologna è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese». VeronaFiere attiverà adesso una task force per assistere i clienti negli spostamenti di data. Confcommercio e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso la loro disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni. Ernesto Abbona, presidente dell’Unione Italiana Vini, ha detto di condividere la scelta del rinvio, «anche per la nuova collocazione temporale insieme ad altri grandi eventi come Cosmoprof di Bologna e il Salone del Mobile di Milano, che daranno un segnale importante per la ripresa del Paese». Per Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, «non si può immaginare che Vinitaly, fiore all’occhiello del settore vitivinicolo italiano ed evento che tutto il mondo ci invidia, sia ridimensionato più o meno fortemente nelle presenze di operatori che al momento danno previsioni non soddisfacenti». Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, ha detto di condividere la scelta, «pur consapevoli che ci sarà molto da fare». E Luca Rigotti, coordinatore del settore vino di Alleanza Cooperative, ha invitato a «lavorare insieme alla fiera affinché il mondo del vino possa dare un messaggio positivo all’economia nazionale».