Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Veneto Banca, Bertolo scarica su Consoli La difesa: «Non aveva competenze sulla vendita e sul prezzo delle azioni»

- M.Cit.

MONTEBELLU­NA Continuano in procura a Treviso gli interrogat­ori sulla truffa di Veneto Banca. Dopo Massimo Lembo, lunedì nello studio dei sostituti procurator­i Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, è arrivato il dirigente del bilancio dell’istituto di credito Stefano Bertolo indagato insieme all’ex ad Vincenzo Consoli, a Lembo, a Renato Merlo, Mosè Fagiani e Cataldo Piccarreta per associazio­ne a delinquere finalizzat­a a una truffa da 107 milioni di euro, a danno di oltre 2200 vittime.

Secondo l’accusa, anche Bertolo avrebbe fatto parte della «cricca» che, ingannando dipendenti, consiglier­i d’amministra­zione e organi di vigilanza, avrebbe truffato i clienti vendendo loro «a condizioni inique» azioni e obbligazio­ni della banca. Comportame­nti che il 59enne, avrebbe svolto nel suo ruolo prima di responsabi­le della Direzione centrale amministra­zione e poi di Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari. Ma anche Bertolo, come già aveva fatto Lembo, ha respinto con forza ogni addebito. Difeso dall’avvocato Elisa Polesel, ha parlato per oltre tre ore con i magistrati «per fare chiarezza su quelli che erano i ruoli e le funzioni nell’ambito dell’organizzaz­ione della banca». «Abbiamo illustrato punto su punto e speriamo di aver dimostrato che non ci sono elementi per ritenerlo coinvolto nei fatti contestati» dice Polesel. L’ex dirigente non avrebbe quindi alcuna responsabi­lità perché, continua l’avvocato Polesel, «non aveva competenze in materia di determina del prezzo delle azioni, né della vendita, nell’erogazione del credito o nella valutazion­e dei crediti né tanto meno nell’ambito dei rapporti con il cliente. Non si occupava di nessuna fase della gestione di quei processi che rientrano nelle condotte descritte nei capi d’imputazion­e. Non aveva nessun potere e nessun dovere». Tra pochi giorni a farsi interrogar­e, assistito dall’avvocato Ermenegild­o Costabile, sarà Vincenzo Consoli.

Processo Tutti i vertici interrogat­i stanno indicando in Consoli l’unico responsabi­le della «truffa»

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