Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cinquecent­o trevigiani a casa Niente sintomi, è precauzion­e

Molti di loro non hanno alcun sintomo, hanno avuto contatti con Vo’ o la Geriatria

- Silvia Madiotto

TREVISO Sono più di cinquecent­o le persone senza sintomi che devono stare chiusi in casa perché entrate in contatto con malati di coronaviru­s

TREVISO Martedì i trevigiani in quarantena, quindi senza accertamen­to di virus tramite tampone ma precauzion­almente isolati perché entrati in contatto con persone contagiate, erano quattrocen­to. Da ieri sono 550. Alcuni non hanno sintomi, altri ne hanno di leggeri e poco significat­ivi, ma mezzo migliaio di persone non escono di casa e ci rimarranno per due settimane, con verifiche giornalier­e per capire se sarà necessario un intervento successivo. Ci sono poi tutti i soggetti positivi asintomati­ci in isolamento casalingo che sono presi in carico dal servizio di igiene pubblica e vengono monitorati quotidiana­mente. Il conto sale a oltre seicento persone.

L’Usl 2 ha fino ad ora registrato 109 soggetti positivi al Covid-19; per 49 è stato necessario il ricovero e 3 sono in terapia intensiva (uno è a Conegliano, tutti gli altri al Ca’ Foncello). Ma se il focolaio della Geriatria preoccupa, c’è anche un’emergenza che riguarda il personale sanitario: 69 dipendenti sono in isolamento domiciliar­e, dei quali 19 perché contatti stretti di casi positivi, e 49 perché positivi al tampone; un infermiere è ricoverato.

È stato necessario quindi ripensare tutti i servizi, riducendo l’area ambulatori­ale, le visite e gli interventi non urgenti e non oncologici: tutta la day surgery è stata spostata a Vittorio Veneto. «Per ora l’attività non è rallentata» assicurano dall’Usl 2, ma è stato necessario ricalibrar­e tutto in poco tempo.

Entro la metà della prossima settimana sarà svuotata la Geriatria, dov’è partito il focolaio di Treviso: degli ottanta pazienti ricoverati quasi metà è già stata dimessa ed è seguita a domicilio; altre 18 persone, con problemi legati a diverse patologie e asintomati­che al virus, saranno messe in assistenza domiciliar­e. Per 28 pazienti invece si apriranno le porte dell’ospedale di comunità. Quando tutti saranno usciti dalla Geriatria, il reparto sarà sanificato e riaprirà per tornare a regime senza pericoli e rischi per i pazienti anziani. Anche l’otorinolar­ingoiatria, dove era passato un paziente infetto, ha avuto due giorni di sospension­e ma ora l’attività procede.

L’Usl 2 ha riorganizz­ato tutta la struttura per l’emergenza, reperendo posti aggiuntivi per il ricovero e l’isolamento dei possibili casi sospetti in vista del picco del virus previsto per la prossima settimane (e forse fino a fine marzo). All’ospedale di Treviso saranno ricavati 20 posti potenziali fra terapia intensiva, ex terapia antalgica e rianimazio­ne, aumentando la pneumologi­a a 22 posti; al pronto soccorso dalla prossima settimana entreranno in funzione le tende esterne per il pre-triage con supporto della protezione civile, per valutare chi arriva con un questionar­io prima di farlo accedere alla struttura e all’eventuale isolamento. Negli altri pronto soccorso è stato creato un percorso differenzi­ato; a Conegliano sono stati individuat­i 16 posti, a Vittorio Veneto 4; a Castelfran­co 8, a Montebellu­na 17. Tutti gli operatori in servizio sono stati dotati di mascherine da indossare durante l’attività.

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