Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Morì prima del parto, la Cassazione cancella le condanne
VERONA Nessun colpevole per quella vita spezzata un mese prima di nascere. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che con un colpo di scena, a distanza di 11 anni dalla tragedia e di 6 anni dai due verdetti di colpevolezza pronunciati in primo grado, ha deciso ora di annullare le condanne inflitte a due ginecologi del Policlinico di Verona dando una lettura totalmente diversa dei fatti e lasciando, di fatto, insoluta la richiesta di giustizia di due giovani genitori.
Il dramma si consumò tra il 31 agosto e il 3 settembre 2009 quando, dopo un improvviso peggioramento, il feto giunto alle 34esima settimana morì per soffocamento nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Borgo Roma. Una tragedia provocata dalle presunte negligenze dei medici, stando al giudice di primo grado, che nel 2014 inflisse a due ginecologici condanne per complessivi 3 anni e 6 mesi. Colpevoli entrambi, secondo il tribunale, di omicidio colposo. Ma adesso, si ribalta tutto: non c’è alcun colpevole. La Suprema Corte ha assolto «per non aver commesso il fatto» uno dei medici, in quando non è dimostrabile «la rilevanza causale della condotta addebitata rispetto all’evento infausto». La Suprema Corte, però sancisce «l’attribuzione di responsabilità per lo stesso fatto al coimputato». Per quest’ultimo medico, però, nel frattempo è scattata la prescrizione. Anche lui, quindi, è stato prosciolto da ogni accusa.