Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ma spunta un secondo focolaio I sindaci sommersi di richieste: «Basta Fb, usate fonti ufficiali»
TREVISO C’è un secondo focolaio nella Marca, due pazienti positivi al Covid-19 che non possono essere collegati al cluster di Geriatria del Ca’ Foncello. Per due giorni le indagini dell’Usl 2 hanno cercato di capire dove potessero aver contratto il virus, non essendo stati in contatto con i casi già a conoscenza, né in provincia di Padova dove è esplosa l’emergenza coronavirus. Ora però il dipartimento di igiene pubblica è arrivato a quella che dovrebbe essere (condizionale sempre d’obbligo) la soluzione del giallo: una sala da ballo a Ferrara, in cui si esibiscono i ballerini di latino americano e in cui, a fine febbraio, diversi appassionati si erano riuniti. Altri contagi relativi a quel focolaio sono stati registrati a Rovigo e quindi la dinamica pare essere più chiara.
I medici sono in trincea da settimane, sostengono turni extra per sostituire i colleghi malati o isolati, saltano ferie e riposi, ma anche i sindaci sono diventati fanteria dell’emergenza coronavirus. Ormai sono molti i Comuni in cui, per diverse ragioni, si trovano persone con potenziale rischio. Alcuni sono in isolamento domiciliare, altri in quarantena volontaria, altri ancora per positività asintomatica che non richiede ricovero, ma sono sul territorio, fra le villette e i condomini delle periferie. C’è chi, come a Conegliano, Riese Pio X e Vittorio Veneto, annuncia ufficialmente il contagio di un proprio concittadino, chi invece preferisce non esporsi per prevenire la paura del contagio. Tutti i sindaci però sono tirati per la giacca da genitori, anziani, imprenditori, commercianti, chiunque abbia una domanda su rischi, ordinanze e prevenzione. Si fa portavoce dei colleghi Paola Roma, sindaco di Ponte di Piave e presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl 2 di Treviso: «Ci troviamo in difficoltà, le telefonate sono molte. I municipi devono continuare a lavorare, se questa emergenza sanitaria non viene gestita con calma ma con paura anche negli uffici tutto si ferma. I controlli sono capillari, il personale sanitario sta facendo di tutto per dare risposte alle nostre domande». Roma parla di «procurato allarme» nel caso in cui l’esasperazione e la paura trascendano in isteria collettiva.
Fa un passo in più il sindaco di Treviso Mario Conte, che è arrivato al punto di promettere denunce nel caso in cui le informazioni e le notizie sulla città e sulla provincia non fossero veicolate in modo corretto, «appoggiatevi solo alle fonti ufficiali» dice in un video. Ieri si è rivolto ai cittadini su Facebook: «È un periodaccio e sta portando molti danni, ma è temporaneo. So che vi sto chiedendo un sacrificio, anche economico, ma stanno arrivando innumerevoli richieste di risarcimento per spettacoli, teatro, affitti e palestre. Se aspetterete a chiedere i rimborsi aiuterete tutta la comunità. Noi abbiamo stanziato un tesoretto di 100 mila euro per la sanificazione delle palestre e servizi scolastici. L’amministrazione fa uno sforzo, lo chiedo anche a voi. Usciremo da questo incubo più forti di prima».