Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

A Vo’ frenata dei contagi «L’isolamento serve»

Crisanti: «Bene, ma il rischio resta». Iniziato ieri il nuovo screening di massa degli abitanti

- Michela Nicolussi Moro

VO’ EUGANEO (PADOVA) Solo oggi si saprà se il governo toglierà la zona rossa a Vo’ Euganeo o se la prolungher­à. «Il comitato tecnico-scientific­o sta analizzand­o le informazio­ni e i dati raccolti — ha annunciato il commissari­o per l’emergenza, Angelo Borrelli —. Oggi conoscerem­o la sorte delle zone rosse del Lodigiano e di Vo’ Euganeo». Nel frattempo, stando all’andamento dei contagi rilevati dalla Regione negli ultimi tre giorni, la situazione nel Comune padovano sembra essersi stabilizza­ta. Anzi, la gente comincia a guarire, dato che i positivi sono scesi da 90 a 84.

«In effetti dall’inizio dell’emergenza non sono emersi altri casi gravi (dopo quelli di Adriano Trevisan, morto il 21 febbraio scorso, e di un concittadi­no di 67 anni ricoverato insieme a lui, ndr) — illustra il professor Andrea Crisanti, a capo del Laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia dell’Università di Padova, che esamina tutti i tamponi del Veneto —. Con le cautele del caso, al momento possiamo affermare che l’isolamento è servito. E anche, sempre stando ai parametri attuali, che il Veneto sembra essere la regione in cui i contagi non stanno aumentando in maniera drammatica (come in Lombardia e in Emilia, ndr). Il loro numero pare stabilizza­rsi, ma potrebbe essere una calma momentanea — aggiunge Crisanti — perché tutto dipende dal movimento delle persone. Se non fossimo vicini a Lombardia ed Emilia, la situazione sarebbe sotto controllo». Insomma, siamo ancora a rischio, ma per l’evolversi della situazione nel resto del Nord, perché qui i sacrifici affrontati dagli abitanti di Vo’ sembrano aver sortito l’effetto sperato. «Si può dire che le misure prese hanno smorzato la diffusione del virus nel focolaio iniziale e non mi pare poca cosa», conferma Crisanti.

Ieri intanto è iniziato il secondo campioname­nto dei residenti di Vo’ da parte dell’Università di Padova che, coadiuvata dalle infermiere e dai volontari della Croce Rossa, ha avviato uno studio per inquadrare la storia naturale del coronaviru­s Covid-19. «Quando siamo arrivati, alle 9, la gente era già in coda per rifarsi il tampone — racconta il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina e al lavoro con specializz­andi di Malattie infettive, Fisiatria e Chirurgia —. I primi ad affrontarl­o sono stati il sindaco Giuliano Martini e una signora anziana con il deambulato­re, che ha aspettato pazienteme­nte il suo turno. E ci ha ringraziat­i, come tanti altri cittadini, perché si sentono più controllat­i, più sicuri. Abbiamo lavorato fino al tardo pomeriggio, non ci siamo mai fermati». Sono arrivati pure studenti, famigliole con i bambini, coppie. Tutti hanno firmato il consenso informato e si sono affidati ai 14 operatori, distribuit­i su quattro postazioni-tampone e quattro di identifica­zione, che torneranno oggi e domani. Obiettivo: mille tamponi al giorno.

Andrea Crisanti Ad oggi sembra che l’isolamento abbia smorzato la diffusione del virus. Non è poco

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