Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
A Vo’ frenata dei contagi «L’isolamento serve»
Crisanti: «Bene, ma il rischio resta». Iniziato ieri il nuovo screening di massa degli abitanti
VO’ EUGANEO (PADOVA) Solo oggi si saprà se il governo toglierà la zona rossa a Vo’ Euganeo o se la prolungherà. «Il comitato tecnico-scientifico sta analizzando le informazioni e i dati raccolti — ha annunciato il commissario per l’emergenza, Angelo Borrelli —. Oggi conosceremo la sorte delle zone rosse del Lodigiano e di Vo’ Euganeo». Nel frattempo, stando all’andamento dei contagi rilevati dalla Regione negli ultimi tre giorni, la situazione nel Comune padovano sembra essersi stabilizzata. Anzi, la gente comincia a guarire, dato che i positivi sono scesi da 90 a 84.
«In effetti dall’inizio dell’emergenza non sono emersi altri casi gravi (dopo quelli di Adriano Trevisan, morto il 21 febbraio scorso, e di un concittadino di 67 anni ricoverato insieme a lui, ndr) — illustra il professor Andrea Crisanti, a capo del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, che esamina tutti i tamponi del Veneto —. Con le cautele del caso, al momento possiamo affermare che l’isolamento è servito. E anche, sempre stando ai parametri attuali, che il Veneto sembra essere la regione in cui i contagi non stanno aumentando in maniera drammatica (come in Lombardia e in Emilia, ndr). Il loro numero pare stabilizzarsi, ma potrebbe essere una calma momentanea — aggiunge Crisanti — perché tutto dipende dal movimento delle persone. Se non fossimo vicini a Lombardia ed Emilia, la situazione sarebbe sotto controllo». Insomma, siamo ancora a rischio, ma per l’evolversi della situazione nel resto del Nord, perché qui i sacrifici affrontati dagli abitanti di Vo’ sembrano aver sortito l’effetto sperato. «Si può dire che le misure prese hanno smorzato la diffusione del virus nel focolaio iniziale e non mi pare poca cosa», conferma Crisanti.
Ieri intanto è iniziato il secondo campionamento dei residenti di Vo’ da parte dell’Università di Padova che, coadiuvata dalle infermiere e dai volontari della Croce Rossa, ha avviato uno studio per inquadrare la storia naturale del coronavirus Covid-19. «Quando siamo arrivati, alle 9, la gente era già in coda per rifarsi il tampone — racconta il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina e al lavoro con specializzandi di Malattie infettive, Fisiatria e Chirurgia —. I primi ad affrontarlo sono stati il sindaco Giuliano Martini e una signora anziana con il deambulatore, che ha aspettato pazientemente il suo turno. E ci ha ringraziati, come tanti altri cittadini, perché si sentono più controllati, più sicuri. Abbiamo lavorato fino al tardo pomeriggio, non ci siamo mai fermati». Sono arrivati pure studenti, famigliole con i bambini, coppie. Tutti hanno firmato il consenso informato e si sono affidati ai 14 operatori, distribuiti su quattro postazioni-tampone e quattro di identificazione, che torneranno oggi e domani. Obiettivo: mille tamponi al giorno.
Andrea Crisanti Ad oggi sembra che l’isolamento abbia smorzato la diffusione del virus. Non è poco