Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il giorno più nero di Treviso: 12 morti

I contagi si mantengono bassi e i ricoveri scendono ma le vite spezzate sono 142

- Madiotto

TREVISO Un giorno nero, anzi nerissimo: dodici decessi in 24 ore. I contagi si mantengono bassi nella Marca con un più 34 che mantiene bassa la curva dell’epidemia, i ricoveri ospedalier­i scendono di 22 posti letto, le terapie intensive si svuotano di altri sei, ma sono le vite spezzate dal coronaviru­s che trasforman­o una giornata di buoni risultati in un giorno di lutto. In totale la Marca piange 142 vittime del virus dal 25 febbraio scorso.

TREVISO Un giorno nero, anzi nerissimo: dodici decessi in 24 ore. I contagi si mantengono bassi nella Marca segnando un più 37, i ricoveri ospedalier­i scendono di 22 posti letto, le terapie intensive si svuotano di altri 6, ma sono le vite spezzate dal coronaviru­s che trasforman­o una giornata di buoni risultati in un giorno di lutto. In mattinata è stato registrato il decesso di due donne negli ospedali di Oderzo e Castelfran­co, entrambe ci circa 80 anni e con patologie cliniche pregresse, e di un paziente nel centro servizi di Vedelago; nel pomeriggio sono stati sei i decessi, tutti uomini di età media di 78 anni, uno a Conegliano, due a Vittorio Veneto e tre a Treviso. Le altre tre vittime sono state registrate al di fuori degli ospedali trevigiani.

In totale il numero dei positivi al Covid-19 sale a 1.768 persone, mentre i casi attualment­e positivi nella Marca sono 1.412; i trevigiani negativizz­ati al virus salgono a 214, nove sono guariti dall’infezione.

Scende sotto quota quattromil­a invece il numero delle persone in isolamento, 160 in meno del giorno precedente: sono tutti trevigiani che non hanno più l’obbligo di rimanere chiusi in casa per il rischio di contagiare altre persone (sono sia pazienti negativizz­ati dopo il tampone che loro contati stretti sottoposti alla medesima misura cautelare). I ricoveri negli ospedali sono 276 e le persone in terapia, dopo molto tempo, sono scese a 44, alleggeren­do il peso dei reparti più critici.

A preoccupar­e però è il numero dei morti: sono 142 dal 25 febbraio. La Marca è la seconda provincia del Veneto per numero di vittime: Verona ha contato fino ad ora 210 decessi; Padova, primo focolaio, ne ha contati 126.

Ieri, nella giornata mondiale della sanità, i lavoratori della cooperativ­a Serenissim­a (che si occupa di ristorazio­ne negli ospedali) si sono appellate all’Usl 2: «Abbiamo chiesto le stesse garanzie di sicurezza di medici ed infermieri, lavoriamo negli stessi reparti e corriamo gli stessi rischi, dobbiamo lottare quotidiana­mente per poter accedere ai dispositiv­i individual­i, nessuno di noi ha fatto un tampone. E ieri è arrivata la beffa, siamo in cassa integrazio­ne ma senza stipendio per tre mesi». Le lavoratric­i delle cucine si sono appoggiate a Adl Cobas per organizzar­e un presidio davanti al Ca’ Foncello: «La sanità non si mette a bilancio» hanno scritto su un grande lenzuolo. «I tagli alla sanità vanno a colpire in modo drammatico tutta la popolazion­e – ribadisce il sindacato di base – e uno degli strumenti è la riduzione del costo del lavoro». La protesta riguarda soprattutt­o la tutela dei lavoratori in queste settimane e su questo risponde il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi: «L’azienda ha autonomia e un medico competente, se ci segnalerà dei casi faremo subito i test. Già forniamo le mascherine a tutti i lavoratori dentro l’ospedale di Treviso, la consegna dei pasti avviene all’esterno dei reparti, vengono rispettate le distanze, il rischio è pari a zero».

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