Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I primi cittadini di Montebellu­na, Vittorio, Pieve e Refrontolo replicano: «Tutte balle»

- Milvana Citter

TREVISO La Cgil va all’attacco dei sindaci e dei funzionari dei comuni di Montebellu­na, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo e Refrontolo: «Nonostante l’emergenza Covid.19, costringon­o il personale a lavorare in municipio. Adesso basta li denunciamo». A parlare è Ivan Bernini, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Veneto, che punta il dito contro amministra­tori e funzionari che «non hanno capito o fanno finta di non capire, dimostrand­o di aver più paura della Corte dei Conti che del coronaviru­s». Secondo il sindacalis­ta i primi cittadini non rispettere­bbero quanto stabilito nel decreto del governo in materia di smart working, ferie e alternanza in ufficio e neppure le linee guida del protocollo, firmato in Veneto da Regione, Anci, Upi e organizzaz­ioni sindacali.

«Da una parte abbiamo il Presidente Zaia che giornalmen­te raccomanda di stare a casa, dall’altra abbiamo amministra­tori locali e solerti funzionari che se ne fregano. E obbligano i lavoratori alla presenza in servizio anche per attività che si potrebbero fare da casa e quando li richiami al rispetto delle raccomanda­zioni ti rispondono denunciate­ci pure». Per questo, tuona Bernini: «Se il buonsenso non prevale li denuncerem­o». Accuse respinte al mittente dai sindaci, con dure repliche. «È evidente che Bernini è stato male informato – commenta Marzio Favero, sindaco di Montebellu­na -. Il mio comune è stato uno dei primi ad attivare il Coc e prendere provvedime­nti di sicurezza per tutelare la salute dei dipendenti e del pubblico. Da due settimane lavoriamo con un organico al minimo, ma ci sono servizi e attività che non possono funzionare in smart working». Favero snocciola i numeri della riduzione dell’organico: cinque dipendenti in municipio, tre ai lavori pubblici-urbanistic­a-attività produttive, tre ai servizi sociali a turno per coordinare l’assistenza domiciliar­e. Da ieri altri quattro per gestire le richieste dei buoni spesa. Quattro operai. E su quindici vigili, sei in servizio. «Abbiamo 21 persone in ufficio, 52 in telelavoro e gli altri in ferie obbligate – conclude Favero -. Non capisco davvero perché Bernini, con il quale ho sempre collaborat­o, non mi abbia chiamato prima di lanciare accuse così infondate». Dura la reazione anche di Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo: «Credo che il sindacato si dovrebbe vergognare e informarsi meglio, perché ogni scelta fatta è stata condivisa con il personale. Abbiamo attivato il lavoro da casa, le turnazioni e le ferie. Queste accuse le considero una cattiveria nei confronti di chi da un mese e mezzo sta facendo di tutto per mandare avanti le attività del comune. Se pensa di saper fare meglio, venga lui a rispondere alle istanze dei cittadini. E certo, caro Bernini, i sindaci a differenza sua, si devono preoccupar­e anche della Corte dei Conti». Perplessit­à anche dal sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto: «Il mio comune, come tutti, sta procedendo col motore in folle. Abbiamo adottato tutte le misure previste. Mi sembra una polemica inutile. Forse non conosce i doveri di un comune come li conosciamo noi». «Quest’uscita del sindacato mi coglie di sorpresa – conclude Mauro Canal, primo cittadino di Refrontolo -. Se ci avesse contattato prima, magari riuscirei a capire il perché di questo attacco. Anche perché, dal personale non ho ricevuto alcuna lamentela».

 Favero Bernini è stato mal informato, lavoriamo tutti con organici ridotti al minimo possibile

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