Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Castello di Thiene e il progetto online per vivere la storia
Mappe e atti: il Castello di Thiene contiene un’imponente raccolta di documenti, dall’XI al XIX secolo Il progetto online per vivere la storia
Una villa, un archivio, un gioco di carte: sono gli ingredienti di «ArchiPorto», un progetto sostenuto da Cariverona e che, dopo due anni di lavoro, è arrivato a conclusione. Purtroppo, l’epidemia ha scompaginato i piani, fatto saltare la presentazione pubblica e sospese le attività nelle scuole. E tutto sta prendendo vita solo on line.
Ma andiamo con ordine. La villa: è il Castello di Thiene, una delle più sontuose tra quelle venete. L’archivio: quattro importanti fondi, memoria storica delle famiglie Porto, Capra, Colleoni e Thiene. Parliamo di una grande quantità di materiale, lungo secoli, dall’XI al XIX. Il progetto si è concentrato sui Porto: solo loro hanno lasciato 18 mila documenti. E infine il gioco di carte. Ce lo spiega Giacomo di Thiene, attuale proprietario della magnifica dimora storica: «Ci siamo posti alcune domande: come facciamo a rendere di uso pubblico queste memorie familiari? Come facciamo a superare la dimensione privata e intima di un archivio e arrivare oltre il target pur prezioso degli specialisti?». Da qui l’idea di trasformare storie, personaggi, luoghi trovati nei faldoni in un vero gioco di società.
Per fare questo lavoro, si sono messi al lavoro più team di specialisti di diverse discipline: l’esperta di archivio Mattea Gazzola e l’archivista Sofia Stefani, lo storico Andrea Savio, il paleografo Leonardo Granata e gli esperti di comunicazione innovativa Virginia Sommadossi, Elisa Di Liberato, Luca Melchionna e Malvina Borgherini. Sono loro che hanno progettato la valorizzazione degli archivi. «Abbiamo pensato di far emergere tre focus molto legati al territorio vicentino – continua il proprietario –. Dalla protoindustria legata alla seta e ai commerci ai i rapporti con le corti europee». A quel punto si è attivata una vera e propria filiera, capofila la Fondazione Villa Fabris, assieme alle Università veneziane Ca’ Foscari e IUAV (il MeLaMedia Lab), la Centrale Fies di Dro e la Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
Sofia Stefani si è trovata di fronte a migliaia di fogli, mappe, bolle papali, pergamene. «Ci ha aiutato uno straordinario lavoro commissionato nel ‘700, indici minuziosi dei documenti. Siamo partiti da lì». Digitalizzati, grazie alla società Mida, estrapolati i dati sintetici, è stato creato un inventario digitale messo on-line nel portale della Biblioteca Bertoliana. «Procedendo con le verifiche – continua l’archivista – abbiamo scoperto 110 nuovi disegni, quasi tutti mappe del territorio, rimasti sepolti in archivio».
A quel punto hanno estratto le storie che interessavano al progetto, dalle produzioni tessili e di caolina ai commerci di lana, e soprattutto i tanti personaggi che danno vita a un sorprendente albero genealogico e una memoria viva della regione. Cosa farne? «Da più parti ci venivano chiesto degli oggetti, qualcosa di materiale e non solo virtuale – racconta Virginia Sommadossi, di Centrale Fies – E così è nato il gioco di carte, da utilizzare soprattutto nelle scuole come strumento per apprendere la Storia divertendosi.
Ogni carta, peraltro, ha un QR Code che rinvia a schede di approfondimento, cronache e dati». A disegnare le carte è stato chiamato uno dei migliori illustratori italiani, Giordano Poloni, che ha dato corpo alle figure storiche ricostruendone abbigliamento e luoghi, ma inserendoci dettagli attuali, dai tatuaggi alle spille, «per farli sentire vivi e sottolineare la straordinaria modernità delle loro intuizioni o visioni dell’epoca». Ora che tutto è sospeso, anche questi «magnifici anacronismi», come li hanno chiamati, vivranno on-line. Intanto in Facebook: basta cercarli sulla pagina di Archiporto.