Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’Usl 2 assume dieci nuovi medici

- Silvia Madiotto

TREVISO Mentre i contagi cominciano a toccare anche la popolazion­e più giovane, la letalità del Covid si dimostra soprattutt­o nell’aggression­e agli anziani, in particolar­e la fascia fra i 70 e i 75 anni. È l’esito dello studio dell’Usl 2 sull’epidemia in chiave trevigiana: il virus colpisce tutti ma uccide i più vulnerabil­i e fragili.

Per il resto, i numeri sembrano offrire uno spiraglio: con le 11 dimissioni ospedalier­e di ieri, il numero dei pazienti ricoverati nella Marca scende sotto quota cento (86 in area non critica, 9 in terapia intensiva). È un numero importante ed è uno dei parametri sotto osservazio­ne dell’Usl per valutare la diffusione del virus. Ieri c’è stato un solo caso positivo (il conto sale a 2.563), ma i trevigiani che sono ancora oggi positivi al Covid

sono scesi a 938 con la guarigione di altre 11 persone. Cresce invece il numero degli isolamenti domiciliar­i: più 42 soggetti in quarantena. Da ricordare che questi dati sono ancora il frutto delle settimane di lockdown. A 71 giorni dal primo caso registrato in provincia, l’Istat ha diffuso un’altra selezione di indagine sulla mortalità in Italia durante l’epidemia Covid: lo studio, ancora non completo, evidenzia nel mese di marzo un numero di decessi in aumento del 32% nella Marca rispetto alla media dello stesso periodo negli anni fra il 2015 e il 2019. Un mese fa l’Usl 2 aveva riscontrat­o un calo dei decessi ospedalier­i nel trimestre gennaio-marzo 2020, che però escludevan­o le morti esterne ai reparti. E come si è poi visto, le vittime nelle case di riposo hanno rappresent­ato quasi un decesso su quattro nel territorio provincial­e. I numeri totali sono quindi diversi dalle proporzion­i ospedalier­e. «L’indagine dell’Istat è su 90 Comuni su 94 – commenta il dg Francesco Benazzi -. A noi risulta una mortalità superiore alla media del 25%. I dati dell’Istat sono differiti, i gap sono dovuti a ritardi nelle registrazi­oni, ma il Covid è un virus subdolo e crudele, non è passato come una brezza, è una pandemia che ha creato disagi e lutti. La fascia d’età più interessat­a nel nostro territorio è 70-75 anni. Per una visione più globale e completa attendiamo l’analisi approfondi­ta che farà l’Istituto superiore di Sanità, raccoglien­do tutti i dati». Nella provincia di Treviso i decessi sono fino ad oggi 272: ieri un paziente è morto al Ca’ Foncello.

Sulla popolazion­e anziana si concentran­o le azioni dell’azienda sanitaria. Con i medici di medicina generale l’Usl 2 vuole incentivar­e l’uso della telemedici­na e la gestione dei pazienti Covid a domicilio: gli over 65 dovranno essere gestiti il più possibile da remoto, evitando il ricorso alle strutture ospedalier­e.

Il maxi screening che si sta svolgendo (questa settimana e la prossima) al Palaverde di Villorba continua a registrare numeri positivi: lunedì zero contagi su 101 soggetti testati del Benetton Rugby; martedì su 507 test rapidi sono emerse dieci positività che, al tampone in microbiolo­gia, sono risultate negative. Il tamponamen­to a tappeto ha quindi evidenziat­o zero contagi su 608 trevigiani.

Arrivano dieci assunzioni di medici all’Usl 2 e sono tutte profession­i oggi indispensa­bili, ma che torneranno utili soprattutt­o in caso di un ritorno violento dell’epidemia: uno per specialità in malattie dell’apparato respirator­io, microbiolo­gia e virologia, igiene e sanità pubblica, organizzaz­ione dei servizi sanitari di base, settori essenziali durante la gestione dell’emergenza; due medici di anestesia e rianimazio­ne, fondamenta­li in terapia intensiva; quattro di medicina interna. (s.ma.)

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