Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Braccialetti colorati e regole ferree per poter accedere negli ospedali «Venite solamente per necessità»
o per l’uso corretto della mascherina. Lo facciamo per proteggere tutti». Punto secondo: «Non chiamate il Cup, non intasate i centralini, saremo noi a richiamarvi per le visite specialistiche saltate dal 21 febbraio». Il terzo punto sembra più digerito. Alcuni utenti sono stati fermati fuori dagli ospedali perché la temperatura (monitorata per ogni richiesta di accesso) era supeaccessi riore a 37.5: «Sono stati invitati a tornare a casa ma non ci sono state proteste o problemi. Sono persone civili, hanno capito che non sono privazioni ma misure di sicurezza. Li abbiamo invitati a rivolgersi al proprio medico di base».
Benazzi è tassativo: «Bisogna limitare gli accessi in ospedale, è un luogo di cura, va preservato dai rischi, si viene solo per reale bisogno». Gli diventano quindi solo su prenotazione, sia per le prestazioni sanitarie che per le pratiche amministrative. La Regione ha previsto anche l’uso di braccialetti per controllare i flussi di pazienti, visitatori e lavoratori. Ogni categoria sarà identificata da un colore, il braccialetto sarà consegnato all’ingresso dagli operatori e dovrà essere sempre indossato: «Ci consentirà di monitorare chi accede e per quale motivo nei reparti, negli spazi comuni e nelle sale d’attesa». La ripresa dell’attività il 4 maggio (sospesa salvo urgenze, oncologia e percorso materno infantile) è già stata analizzata e ci sono cali evidenti, quindi ulteriori ritardi. Lunedì le prestazioni erogate sono state 16.803; lo stesso giorno del 2019 erano state 19.265, meno 2.462. Calo anche in attività chirurgica: il 4 maggio 2019 le operazioni erano state 327, lunedì sono state 255, meno 72. «Le prestazioni mancanti sono dovute alla nuova riorganizzazione, alla necessità di mantenere distanze di sicurezza, ai protocolli di contenimento del contagio». A marzo 2019 l’Usl 2 aveva erogato 857.629 prestazioni; a marzo 2020 sono state 377.645: meno 479 mila. Diventano oltre 800 mila fino al 3 maggio. Ora l’Usl 2 deve recuperare: «È una grande sfida, dobbiamo capire come intervenire – chiude Benazzi -. Chiediamo ai cittadini pazienza e tempo per calibrare gli interventi nel modo migliore».